Venerdì l’attacco al ministro Maroni («subito il commissario»), ieri una cordiale stretta di mano con Davico, sottosegretario all’Interno. Torino - per ora - non otterrà poteri speciali per combattere l’emergenza Rom, «perché l’emergenza non è ancora stata raggiunta», ma, nonostante ciò, tra il governo e capoluogo piemontese è tornato il sereno.
E’ questo, almeno sulla carta, l’epilogo dell’incontro avvenuto ieri pomeriggio tra il sottosegretario all’Interno, Michelino Davico, il sindaco Chiamparino, e il presidente della Provincia Antonio Saitta. Un’ora circa di colloquio, in cui l’assessore ai Servizi sociali Marco Borgione e il comandante dei vigili urbani Mauro Famigli hanno spiegato nei dettagli al sottosegretario (che, essendo di Bra, conosce bene il territorio piemontese) la situazione dei campi Rom dislocati a Torino e provincia fornendogli tutte le cifre del fenomeno.
«E’ vero, il commissario per il momento non arriva, ma intanto - ha esordito Chiamparino di fronte ai cronisti - considero un segnale di grande attenzione il fatto che Davico sia subito venuto a trovarci per farsi illustrare di persona la situazione».
E ha aggiunto: «Per il momento poi abbiamo ottenuto la garanzia di ricevere dall’esecutivo un’attenzione proporzionata alle dimensioni del problema che è al limite della soglia critica e quindi non va trascurato e va seguito con grande attenzione».
E mentre Saitta ribadiva che «Torino non rinuncerà a questa richiesta, perché non siamo una città di serie B», Chiamparino usava toni fermi, ma concilianti: «Il fatto che i commissari siano stati nominati a Roma, Milano e Napoli - ha ribadito il primo cittadino - dimostra che a Torino non c’è una emergenza Rom, ma soltanto un problema che è al limite della soglia critica e che quindi, va seguito con attenzione».
Proprio quell’attenzione che il governo, come ha spiegato il sottosegretario Davico, ha promesso: «Le iniziative d’urgenza adottate per Milano, Roma e Napoli per questioni numeriche, di ordine pubblico e di fatti di cronaca - ha detto al riguardo - sono soltanto l’inizio di un’azione seria, che proseguirà con un progetto completo, in grado di coinvolgere tutte le altre città, in primis Torino».
Il sottosegretario ha anche aggiunto che il governo intende portare a buon fine tutte le richieste contenute nel Patto per la sicurezza: «Più risorse e più uomini e più telecamere da calibrare sulle singole emergenze del territorio» ha detto Davico.
E il sindaco, ancora sul mancato arrivo del commissario: «Obiettivamente - ha aggiunto Chiamparino - a Torino c’è una situazione diversa da quella di Roma, Milano e Napoli. Ciò premesso si valuterà con il ministro Maroni e con il tavolo delle città metropolitane se c’è la necessità o meno di definire una figura come quella del commissario. Per ora ci sono state garantite sia eventuali risorse che il governo deciderà di mettere a disposizione sia nuovi servizi per la gestione dei campi nomadi».
Il sottosegretario Davico ha poi concluso la sua visita a Palazzo civico con un annuncio: «Già martedì si ricomincerà a parlare di sicurezza e nei prossimi giorni è previsto un tavolo delle città metropolitane che servirà a coordinare l’azione dei prossimi mesi». di Emanulea Minucci
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