Gli episodi recentemente accaduti di intolleranza nei confronti di immigrati e nomadi a seguito di episodi criminosi e le norme repressive varate dal Governo ci fanno dire che: il bisogno di sicurezza va difeso e trasformato in regole da rispettare, proprio per questo siamo contrari a chi vuole confondere la singola responsabilità con una colpa collettiva da addebitare a tutti i nomadi e gli immigrati.
Come ha scritto recentemente Don Ciotti: “Il bisogno di sicurezza ce lo abbiamo tutti, è trasversale, appartiene a ogni essere umano, a ogni comunità, a ogni popolo. È il bisogno di sentirci rispettati, protetti, amati. Il bisogno di vivere in pace, di incontrare disponibilità e collaborazione nel nostro prossimo. Per tutelare questo bisogno ogni comunità, anche la vostra, ha deciso di dotarsi di una serie di regole. Ha stabilito dei patti di convivenza, deciso quello che era lecito fare e quello che non era lecito, perché danneggiava questo bene comune nel quale ognuno poteva riconoscersi.”
”Da molto tempo questa concezione della sicurezza sta franando. Sta franando di fronte alle paure della gente. Paure provocate dall´insicurezza economica - che riguarda un numero sempre maggiore di persone - e dalla presenza nelle nostre città di volti e storie che l´insicurezza economica la vivono già tragicamente come povertà e sradicamento, e che hanno dovuto lasciare i loro paesi proprio nella speranza di una vita migliore”.
“La legalità, che è necessaria, deve fondarsi sulla prossimità e sulla giustizia sociale. Chiedere agli altri di rispettare una legge senza averli messi prima in condizione di diventare cittadini, è prendere in giro gli altri e noi stessi. E il ventilato proposito di istituire un "reato d´immigrazione clandestina" nasce proprio da questo mix di cinismo e ipocrisia: invece di limitare la clandestinità la aumenterà, aumentando di conseguenza sofferenza, tendenza a delinquere, paure”.
Per dimostrare pubblicamente il nostro dissenso verso l’intolleranza di qualunque tipo viene indetto un presidio sabato 24 maggio 2008, davanti alla Prefettura di Torino in piazza Castello, a partire dalle ore 17.00.
Promuovono l’iniziativa: CGIL CISL UIL Torino, Gruppo Abele, Pastorale Migrantes, Paralleli. Sono aperte le adesioni da comunicare a: CGIL, Via Pedrotti n. 5, 10152 Torino, telefono 011 2442479, fax 011 2442210; CISL, Via Barbaroux n. 43, 10152 Torino, telefono 011 545450, fax 011 541068; UIL, Via Bologna n. 11, 10152 Torino, telefono 011 2417190, fax 011 2417191.
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