mercoledì 4 giugno 2008

Berlusconi: "la clandestinità non è reato"

Berlusconi lo pensava da tempo. Introdurre il reato di immigrazione clandestina potrebbe creare seri problemi all'Italia. Il pericolo sarebbe infatti quello di riempire ancora di più le carceri, che già adesso sono ai livelli di guardia. “Personalmente - ha spiegato il premier durante la conferenza stampa congiunta con il presidente francese Nicolas Sarkozy - penso che non si possa perseguire qualcuno per la permanenza non regolare nel nostro Paese condannandolo con una pena, ma questa può essere una aggravante se commette un reato”.
Parole che hanno lasciato “sorpreso” il ministro dell'Interno Roberto Maroni, che conferma di non voler cambiare posizione in materia: “Ritengo che sia utile introdurre il reato di immigrazione clandestina”. Ma l'idea di trasformare l'ingresso clandestino in reato non è mai piaciuta a Berlusconi, che non ha mai nascosto i suoi forti dubbi.
E nel Pdl più di un parlamentare sottolinea come non si saprebbe dove mettere i clandestini, visto che le carceri sono già al limite e inoltre non si potrebbero mandare in galera i più disperati, che vengono in buona fede in Italia per cercare un lavoro. Come ha spiegato il portavoce del premier, Paolo Bonaiuti, infatti da parte del governo “non c'è nessun intendimento di perseguire l'immigrato che cerca accoglienza e lavoro”, ma semmai “la volontà di perseguire i clandestini che vengono in Italia per delinquere”.

Anche per questo, riferiscono fonti del Pdl, Berlusconi aveva chiesto e ottenuto dalla Lega (anche giocando di sponda con il Quirinale) di inserire il reato nel disegno di legge e non nel decreto, dove si parla invece si aggravante nel caso in cui si commettano reati. Ora queste perplessità sono emerse con chiarezza, anche a causa - si spiega in ambienti parlamentari del Pdl - della necessità di rispondere alle prese di posizione venute da rappresentanti dell'Onu e del Vaticano, oltre che alla contingenza con i diversi impegni internazionali che il presidente del Consiglio sta avendo in questi giorni.
Circostanze che hanno reso inevitabile abbassare i toni della polemica. L'esternazione di oggi del premier, però, pone un problema con la Lega, come hanno dimostrato le dichiarazioni di Maroni. “L'introduzione del reato di immigrazione clandestina è la posizione del Governo, non del ministro dell'Interno, perchè il disegno di legge è stato approvato all'unanimità dal Consiglio dei ministri. Del reato ne abbiamo discusso prima della presentazione del pacchetto, poi in Consiglio dei ministri, abbiamo scelto la strada del ddl perchè consentire la discussione in Parlamento”.
“Io - ha proseguito il ministro - resto dell'idea che così come è strutturato, il reato di clandestinità assicura un processo rapido, in 15 giorni, con il provvedimento di espulsione giudicato dal magistrato. Questo - ha sottolineato - è il metodo più efficace per espellere chi non ha diritto a restare, garantendo a chi viene espulso il rispetto della legge”.
Ma nel Pdl si confida che un compromesso alla fine si troverà. E lo stesso Berlusconi ritiene che la via di mezzo sia la migliore, tanto più che l'obiettivo è trovare una linea comune anche con gli altri Paesi europei. Per il confronto con il Carroccio non mancheranno le occasioni. Domani Umberto Bossi dovrebbe tornare a Roma. E potrà fare il punto con Maroni e Roberto Calderoli e stabilire se il Carroccio intende o meno alzare barricate sul reato di immigrazione clandestina.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Quando sento ste cose, devo dire di sentirmi sempre più contento di aver votato per La Destra-Fiamma Tricolore. Contrasta in pieno con il bisogno di sicurezza di cui hanno bisogno i cittadini italiani

Anonimo ha detto...

contento tu...

Simone ha detto...

Siamo scesi nel ridicolo dare ancora fiducia e sopratutto credere nelle balle di quest'uomo che tutto è tranne che liberale mi va venire il volta stomaco, e il fatto che una nazione lo sostenga ancora mi da sempre più la conferma che siamo un popolo che non sa scegliere un dirigente politico senza imbattersi nel manganello. Continuamo a credere alle favole del datore di lavoro di MANGANO!!

Povera Italia.

Anonimo ha detto...

Infatti hai ragione, caro Simone, perchè di fatto l'Italia è una nazione che funziona solo se vede il manganello. Qui se non c'è qualcuno che indirizza il gregge, bastone alla mano, il gregge si disperde e fa i liberi comodi suoi. E non va bene. Questa non è libertà!
Per cui SI' al carcere ai clandestini colti in flagranza di reato e SI ai (hops, scusate, ma quando ce vo' ce vo') "carci in culo" a quelli che stanno qui a bighellonare: via a casa, tornate a casa Vostra.

Anonimo ha detto...

Io invece espellerei volentieri gli italiani col manganello o il bastone, vedi un po' come è vario il mondo... Secondo me questa non è, e non deve essere, "casa loro".

Magar