martedì 10 giugno 2008

Ue, nuove norme a favore dei Rom e per il contrasto alle discriminazioni

Il commissario Ue per gli Affari sociali Vladimir Spidla (in foto) ha annunciato lunedì a Lussemburgo ai ministri Ue un pacchetto di provvedimenti che prevede un documento sulla popolazione Rom ed una proposta di normativa anti-discriminazione.
Lo ha riferito la sua portavoce Katharina Von Schnurbein precisando che il pacchetto sarà varato dalla Commissione europea il 2 luglio prossimo e non il 25 giugno come previsto in un primo momento. Il commissario, secondo quanto si è appreso, si è limitato ad un'informativa ai ministri sul provvedimento a cui non è seguito dibattito in Consiglio.
L'annuncio di un pacchetto di misure specifiche sulle questioni dei rom e delle norme europee anti discriminazione arriva dopo le recenti polemiche sulla situazione che si è venuta a creare in Italia che hanno investito l'Europa sia con la discussione straordinaria del Parlamento di Strasburgo sia con i moniti di Bruxelles al pacchetto sicurezza italiano e alla volontà più volte ribadita del governo italiano di voler istituire un apposito reato di clandestinità per gli immigrati.

A ciò si aggiunge più recentemente la denuncia del commissario per i diritti umani presso il Consiglio d'Europa, Thomas Hammarberg, che nel suo ultimo intervento tematico sulla popolazione apolide presente in Europa ha ricordato tra l'altro che l'Italia è uno dei paesi dell'Unione che ancora non ha ratificato la Convenzione europea sulla nazionalità del 1997 e la Convenzione sulla prevenzione della condizione di apolide. Gli apolidi - molti dei quali sono Rom - sono tutelati infatti dalle leggi europee alla stregua di una particolare tipologia di rifugiati. Essere apolide significa non avere una nazionalità specifica.
Si calcola che vi siano dodici milioni di apolidi, dei quali 640.000 nel Vecchio Continente. Tra essi vi sono rifugiati e immigrati, ma anche coloro che dopo la disgregazione dell'Urss e dell'ex Jugoslavia hanno perso la cittadinanza.
Hammarberg ha espresso rammarico per il fatto che solo pochi stati, fra questi non c'è l'Italia, abbiano ratificato la Convenzione europea sulla nazionalità del 1997 e la Convenzione sulla prevenzione della condizione di apolide in relazione alla successione di Stati, del 2006. Quest' ultima è stata recepita solo da due paesi del Consiglio d'Europa, che ne raccoglie 47.

Nessun commento: