E adesso per il governo le cose di mettono male. La protesta contro la decisione del ministro degli interni Maroni, far prendere le impronte digitali a tutti i rom, bambini compresi, comincia ad allargarsi a macchia d’olio e a trasformarsi in iniziative, lettere aperte, azioni di disobbedienza. Non ci sono infatti soltanto le proteste raccontate dai «grandi» media, quelli di Famiglia cristiana o dell’Associazione italiana dei magistrati [passando per Cgil, Amnesty, Pax Christi, Arci, Gruppo EveryOne e molti altri], secondo i quali si tratta di una forma odiosa di «discriminazione razziale», ma anche numerose altre iniziative in preparazione del 7 luglio, la giornata nella quale dovrebbero cominciare i rilevamenti delle impronte.
Ecco alcune delle mobilitazioni: Caritas e Acli di Como, ad esempio, hanno presentato l’iniziativa «Schediamoci tutti», raccogliendo oltre duecento schede e impronte di bambini da un mese a quattordici anni e oggi le due organizzazioni incontrano il prefetto di Como, Sante Frantellizzi, per spiegargli i motivi della «raccolta» e consegnargli simbolicamente due schede, appartenenti a un bambino e a una bambina. «L’iniziativa è ancora in corso–aggiunge Luisa Seveso delle Acli–continueremo anche nei prossimi giorni a raccogliere le schede». È prevista anche una raccolta firme per i genitori, spiegano i promotori, con tanto di orma digitale riprodotta accanto.
Le più importanti mobilitazioni sono in porgramma nelle città nelle quali è previsto il rilevamento delle impronte. Lunedì 7, ad esempio, i delegati di alcuni comunità di sinti daranno luogo a una manifestazione di protesta alla Prefettura di Milano, in Corso Monforte 31, per chiedere la revoca dell’ordinanza del 30 maggio con la quale il governo ha nominato il Prefetto di Milano commissario straordinario per l’emergenza rom in Lombardia. La manifestazione dovrebbe svolgersi alle 14. I sinti, di cittadinanza italiana, provengono da diverse province della regione [in particolare Mantova e Pavia]. L’associazione Sucar Drom di Mantova, tra i principali organizzatori della protesta, ha esteso l’invito a partecipare ai milanesi [per informazioni www.sucardrom.blogspot.com].
Nello stesso giorni due importanti iniziative sono previste a Roma: alle ore 11, presso il campo rom di via Luigi Candoni alla Magliana Vecchia, l’associazione Antigone e l’Arci promuovono in concomitanza al consiglio comunale straordinario sulla sicurezza una «Riunione straordinaria di rappresentanti delle istituzioni locali contro il razzismo». Hanno annunciato la loro presenza assessori e consiglieri della Regione Lazio [Luigi Nieri, Giulia Rodano, Alessandra Tibaldi, Anna Pizzo, Fliberto Zaratti, Augusto Battaglia, Enrico Fontana, Enzo Foschi, Enrico Luciani, Giuseppe Mariani], della Pronvincia di Roma [Claudio Cecchini, Cecilia D’Elia, Massimiliano Smeriglio, Massimiliano Massimiliani] e i presidenti di alcuni Municipi di Roma [Andrea Catarci, Susi Fantino e Sandro Medici]. Sempre il 7 luglio, e sempre a Roma, in piazza Esquilino, dalle 17 alle 20, l’Arci, col sostegno dell’Aned [Associazione nazionale ex deportati politici nei campi nazisti], organizzerà una «schedatura» pubblica e volontaria, raccogliendo le impronte digitali dei cittadini italiani che condividono la protesta. Le impronte saranno inviate al ministro Maroni con il messaggio: «Siamo tutte e tutti rom». Con l’Arci, ci saranno a farsi «schedare», Moni Ovadia, Andrea Camilleri, Ascanio Celestini e tanti altri.
Che Roma sia probabilmente l’epicentro della mobilitazione antirazzista lo confermano anche le parole del prefetto Carlo Mosca [che in più di un’occasione ha detto pubblicamente di essere contrario al provvedimento deciso dal governo], e altri appuntamenti come quelli di domenica 6 e giovedì 10 luglio. Il 6 al Parco di via Filippo Meda è in programma il dibattito «Rom, popolo di pace» con studiosi, antirazzisti e intellettuali rom, e la raccolta di impronte colorate di bambini e adulti, durante la Fiera dell’editoria della pace [www.editoriadellapace.org]. Giovedì 10, invece, al Villaggio globale c’è l’assemblea nazionale convocata dalla Federazione rom e sinti insieme, alla quale aderiscono più di trenta tra comunià, associazioni e gruppi.
Nel sito di Carta, infine, pubblichiamo il testo completo di una lettera aperta firmata da un gruppo di scrittori di libri per bambini e ragazzi contro il provvedimento di Maroni. Nel testo, tra l’altro, si legge: «Qualora questa misura fosse effettivamente attuata, violando a nostro parere i principi che regolano la convivenza civile come la Costituzione, la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia approvata dalle Nazioni unite nel 1989 e ratificata dall’Italia nel 1991, non potremmo fare a meno di provare un forte senso di disagio nel proporre ai nostri piccoli lettori testi che parlano di solidarietà, di incontro fra i popoli o narrano di violenze e prevaricazioni subite dai loro coetanei come se fossero accadute nel passato e non potessero ripetersi mai più. Non vorremmo appartenere a uno Stato che un giorno debba chiedere scusa alle sue minoranze». di Gianluca Carmosino
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