Il sospetto di un attacco strumentale è forte. E lo alimenta il modo plateale col quale i socialisti europei hanno chiesto al francese Nicolas Sarkozy, presidente di turno dell’Ue, di premere su Silvio Berlusconi. Ma le accuse di razzismo arrivate ieri dal Parlamento di Strasburgo contro il governo italiano che prende le impronte digitali ai bambini rom sono comunque un segnale.
Dicono che l’idea lanciata dalla Lega e fatta propria dal centrodestra offre un pretesto facile agli avversari della maggioranza berlusconiana. La misura presa in Lombardia, Lazio e Campania in nome dell’«emergenza nomadi» mette il governo sotto una lente di ingrandimento negativa. I numeri della votazione all’Europarlamento confermano un blocco di centrosinistra pronto a materializzarsi su temi sui quali l’Ue si mostra inflessibile: forse perché vuole esorcizzare i fantasmi xenofobi che aleggiano su tutto il Vecchio Continente; o più semplicemente perché teme che la «ricetta italiana» diventi contagiosa. Ma alcune defezioni che ieri si sono registrate nello stesso Ppe suonano come elemento di riflessione per Palazzo Chigi.
L’altolà di Strasburgo non è vincolante. Sa di manovra politica. Ed è stato deciso senza aspettare il parere che avrebbe dovuto dare la Commissione Ue. Per questo i ministri degli Esteri, Franco Frattini, e dell’Interno, Roberto Maroni, hanno reagito stizziti, dicendo che andranno avanti «fino in fondo». Il responsabile al Viminale arriva a prevedere che presto la prassi sarà imitata altrove. Sul piano internazionale, tuttavia, il contraccolpo c’è. Ad allungare un’ombra sono le riserve esplicite di molti esponenti cattolici, prima ancora che dell’opposizione. Gli episodi di intolleranza che si sono registrati nel recente passato, insieme con le dichiarazioni sbrigative di qualche alleato berlusconiano, all’estero accreditano il profilo di un governo più estremista di quanto non sia.
D’altronde, nello stesso centrodestra non tutti sembrano convinti dell’efficacia dell’operazione. Ma per la Lega, soprattutto, la scelta è irreversibile. Risponde all’esigenza di placare la domanda di sicurezza di un elettorato spaventato non solo al Nord. È una bandiera controversa issata davanti al Paese con un obiettivo insieme ideologico e mediatico. Per questo, sebbene divida, difficilmente sarà ammainata. Il «censimento», come viene chiamato eufemisticamente dai promotori, è una sorta di trincea che promette protezione contro i criminali e visibilità politica ad alcune forze della coalizione.
Le impronte digitali dei bambini rom segnano dunque il recinto culturale della maggioranza, o almeno di una sua porzione. Debbono segnare la discontinuità di un centrodestra guidato da un Berlusconi votato per la terza volta come premier dagli italiani, ha obiettato ieri Sarkozy alle rimostranze socialiste. L’osservazione è ineccepibile. Rimane da capire se anticipa un appoggio politico di altri Paesi; oppure se il governo è avviato all’ennesimo braccio di ferro con l’Europa, in una solitudine che qualche avversario conta di trasformare in isolamento. di Massimo Franco
1 commento:
iniziativa della lega?
Berlusconi: campi temporanei ed impronte per i rom
2008-04-24 17:05:00 (ANSA) - ROMA, 24 APR - '
Bisogna porre fine alle baraccopoli e aumentare i campi di accoglienza temporanea'.
E' la ricetta di Berlusconi per i rom.
Il premier in pectore, in un'intervista a 'Roma Uno', ha aggiunto che occorre 'individuare
anche attraverso le impronte digitali l'identita' di queste persone.
Poi se non hanno un lavoro, secondo quello che dice l'Ue,
bisogna provvedere al loro rimpatrio'.
http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/italia/news/2008-04-24_124189380.html
Posta un commento