«Ai Rom si applica interamente la legislazione comunitaria che proibisce discriminazioni sulla base delle origini etniche nel lavoro, nella sicurezza sociale e nell’istruzione, così come nell’accesso a beni e servizi, compresa la casa». Lo mette in chiaro la Commissione europea come primo punto nelle politiche a favore della inclusione dei Rom in un rapporto presentato oggi a Bruxelles. L’esecutivo Ue ricorda che nel dicembre scorso il Consiglio europeo aveva chiesto agli Stati membri e all’Unione di mettere in campo tutti gli strumenti per sostenere l’inclusione dei Rom nella società europea. Il rapporto presentato oggi è dunque la risposta della Commissione a quella sollecitazione.
Nel rapporto non viene precisato il numero dei Rom in Europa poichè si sottolinea che mancano dei dati attendibili, in particolare in alcuni Stati membri. La cifra viene solo stimata in «alcuni milioni», con un aumento sensibile dopo l’adesione degli ultimi 12 Paesi alla Ue. Con il termine Rom la Commissione spiega di usare un termine «ombrello» che comprende Rom, Sinti, Nomadi, Ashkali, Kalè eccetera, tutte etnie che soffrono della esclusione sociale. Nell’elencare dunque cosa la Ue fa in loro favore la Commissione inizia dunque dalla legislazione antidiscriminazione, per poi ricordare le politiche coordinate tra i 27 sull’istruzione, l’impiego e l’inclusione sociale. C’è poi il Fondo sociale europeo finalizzato in particolare a favorire l’ingresso al lavoro dei Rom.
La Commissione sottolinea poi che c’è «un persistente bisogno di informazione al fine di sottolineare il diritto di vivere una vita libera da discriminazioni, ma anche a porre in evidenza il ricco contributo dei Roma alla civilizzazione europea». Secondo il Rapporto ci sono alcune cose da fare sulla via della inclusione. La prima è che gli strumenti e le politiche adottate sono appropriate, «ma esiste un gap nel loro sviluppo da parte degli Stati membri». Bisogna utilizzare al meglio i Fondi strutturali e anche meglio finalizzare le politiche di cooperazione a livello Ue e degli Stati membri. Secondo il Rapporto va sviluppato l’approccio basato sulla eguaglianza dei diritti e qui la società civile gioca un ruolo importante.
Secondo la Commissione si deve poi fare tesoro delle esperienze positive come quella della Spagna, che con il programma Acceder ha introdotto nel mercato del lavoro 20.000 Rom. L’Esecutivo Ue insiste poi sull’uso dei Fondi strutturali per programmi e progetti di istruzione e formazione, e presa di coscienza di diritti e doveri. Il prossimo passo comunitario sarà il Summit Europeo sui Rom, che si terrà a Bruxelles il prossimo 16 settembre.
A margine della conferenza stampa, rispondendo ancora a un cronista che chiedeva se il Governo italiano avesse già notificato a Bruxelles le proprie intenzioni e i dettagli delle misure riguardanti l’identificazione dei rom attraverso le impronte digitali, Spidla ha affermato: «Queste sono informazioni importanti e molto sensibili: esaminerò la situazione ed è chiaro che se sarà necessario chiederemo comunicazioni e informazioni alle autorità italiane, ma per il momento - ha concluso il commissario - non ho un contatto diretto».
1 commento:
stavo pensando.. si potrebbe anche leggere: ue', stoppa maroni!! :) a.
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