mercoledì 20 agosto 2008

Dribblare sui fatti, vizietto degli onorevoli

A un politico di una certa età, che ha attraversato tutto l'arco costituzionale, dovrebbe essere chiaro da che parte siamo stati e stiamo. Eppure, anziché entrare nel merito dei problemi da noi sollevati, si continua con la facile accusa di cattocomunismo.
Una volta eravamo conosciuti come un giornale di gente coraggiosa, "inviati" che andavano nell’Est europeo, sfidando polizie occhiutissime, a cercare le testimonianze del lungo martirio dei cristiani sotto il comunismo. Uno di noi andò nel luogo natale del cardinale Mindszenty, allora esule volontario nell’ambasciata americana di Budapest, per raccontare la sua vita. Un altro si conquistò la fiducia del cardinale Wyszynski e per primo rivelò e documentò la nascente, eroica resistenza dei cattolici polacchi.
Andavamo in Urss a cercare contatti con il dissenso religioso, portando aiuto in denaro a famiglie perseguitate a causa della fede, in buste chiuse da nascondere agli occhi della polizia. Quando vent’anni fa uscì il libro di uno di noi sul Millennio dell’evangelizzazione della Rus’ di Kiev e sulla tragedia delle Chiese cristiane da Lenin fino ad Andropov, si ebbe l’elogio scritto di Giovanni Paolo II. Non siamo mai cambiati nel modo di affrontare le realtà del mondo con spirito di cristiani. Eppure, di tanto in tanto arrivano lettere: siete cattocomunisti. Perché? Perché critichiamo l’attuale Governo, come abbiamo fatto con tutti i Governi, anche democristiani, quando ci sembrava giusto e cristiano farlo.

Adesso la sciocca e inutile trovata di rilevare le impronte digitali ai bambini rom, aggiungendo violenza alla loro esistenza già piena di violenze anche da parte dei genitori, ha fatto scattare l’ira incontenibile di un politico, l’on. Giovanardi (dc, poi udc, ora Forza Italia e sottosegretario). Parlando di Famiglia Cristiana con un quotidiano "in rete", egli ha detto queste incredibili parole: «La maggior parte dei suoi articoli sono faziosi, usano un linguaggio degno dei centri sociali, come il Manifesto e Liberazione. Contesto il diritto di quel settimanale a essere venduto in chiesa e nelle parrocchie. Non rappresenta la vera dottrina della Chiesa e i cattolici se ne sono accorti. Insomma, si è convertito in un organo cattocomunista».
No, onorevole. Non siamo cattocomunisti. Tantomeno "criptocomunisti", come dichiarato dal loquacissimo Gasparri e da altri politici (Rotondi, Bertolini, Quagliariello), senza argomenti. Abbiamo definito "indecente" la proposta del ministro Maroni sui bambini rom, perché da un lato basta censirli, aiutarli a integrarsi con la società civile in cui vivono marginalizzati, ma dall’altro bisogna evitargli la vergogna di vedersi marcati per tutta la vita come membri di un gruppo etnico considerato in potenza tutto esposto alla criminalità.
Se ne sono accorti in tutta Europa, dove resta vivo l’orrore della discriminazione sociale delle minoranze: quella foto del bimbo ebreo nel ghetto di Varsavia con le mani alzate davanti alle Ss è venuta alla memoria come un simbolo. Per questo il Parlamento di Strasburgo e il Consiglio europeo hanno protestato. Esprit ha scritto: «Gli italiani sono incredibilmente duri contro i romeni e gli zingari». Sarà "incredibile", ma è vero. Speriamo che non si riveli mai vero il suo sospetto, che stia rinascendo da noi, sotto altre forme, il fascismo. Esprit non è cattocomunista.
Secondo Giovanardi non rappresentiamo la "vera dottrina della Chiesa". Nessuna autorità religiosa ci ha rimproverato nulla del genere. E lui non ha nessun titolo per giudicarci dal punto di vista teologico-dottrinale. Siamo stati, siamo e saremo sempre in prima linea su tutti i temi eticamente "irrinunciabili": divorzio, aborto, procreazione assistita, eutanasia, "dico", diritti della famiglia; abbiamo condannato l’inserimento dei radicali nelle liste del Pd. E ora basta. di Beppe Del Colle

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