Settimana di ferragosto. La più povera estate degli ultimi quindici anni sta per volgere al termine. Profittando dell’infausto momento di pausa, si cerca di tirar le somme per questi primi 100 giorni di governo-Berlusconi. A sorpresa, arriva l’elogio del settimanale USA Newsweek. Nel ripercorrere i momenti salienti di questo primo scorcio di legislatura, la rivista d’oltreoceano parla di “miracolo”. “Dallo stato d’emergenza per combattere l’immigrazione clandestina, alla legge per la raccolta delle impronte digitali dei rom - sostiene Jacopo Barigazzi - il cavaliere ha fatto l’impossibile”. Ma l’entusiasmante analisi statunitense non incontra il seguito sperato. Tra l’altro, rimane il sospetto di qualche malizioso sull’effettiva “criticità del pezzo”. Jacopo Barigazzi (anatomista, clinico e chirurgo cinquecentesco) risulterebbe infatti, un banale quanto enigmatico pseudonimo.
In realtà, l’attività del quarto esecutivo del cavaliere continua ad essere duramente criticata e, a dispetto dei sondaggi trionfali, che vedono Berlusconi in piena luna di miele con l’elettorato, le fila dei detrattori s’ingrossano giorno dopo giorno. Così, dopo le denunce europee e le contestazioni dell’ONU, nella lista nera dell’esecutivo, finisce per sbucare anche il nome di Famiglia Cristiana. Sin dalle prime ore, il settimanale paolino aveva concesso ampio credito al cavaliere, esaltandone i discorsi alle camere e plaudendone i primissimi passi. Solo in seguito era riuscito a coglierne gli interessi sfacciatamente personali, e solo allora aveva iniziato a criticarne apertamente le intenzioni.
Nonostante l’iniziale leggerezza però, la rivista cattolica sembra essere, ora, in prima linea. Punzecchia il governo tanto da far quasi invidia a Veltroni. “Se sulla giustizia Berlusconi ha ottenuto le norme che lo interessavano - tuona Beppe Del Colle in un editoriale di lunedì scorso - Bossi attende settembre per l’agognata riforma sul federalismo fiscale”. Arriva dunque la strigliata al “presidente spazzino”, le cui misure sulla sicurezza, minacciano di scatenare una “guerra tra poveri” in un “paese da marciapiede”, in cui “l’inutile gioco dei soldatini” non nasconde la realtà delle cose. “Si cerca di gettare un po’ di fumo negli occhi, per nascondere all’opinione pubblica l’incapacità di dare risposte concrete” attacca Don Sciortino (dal ‘99 alla guida del periodico) in un’intervista a La Stampa.
E’ l’inizio di una rissa. La maggioranza passa subito alla controffensiva. Il primo dei fucilieri Pdl, è il solito Maurizio Gasparri, che va subito all’assalto: “C’è da tempo una ridicola voglia di protagonismo da parte di chi dirige male un giornale che non rappresenta le gerarchie della Chiesa. Un periodico cristiano solo di nome, che in realtà è criptocomunista”. “Usino un linguaggio cristiano, se non democristiano”, ironizza il ministro per l’Attuazione del programma, Gianfranco Rotondi. “Il colpo di calore ha fatto la propria vittima anche quest’anno” s’agita Isabella Bertolini. Ma il settimanale paolino non molla e, citando un rapporto dell’organizzazione Esprit, si augura “non sia vero il sospetto” che in Italia stia rinascendo il fascismo “sotto altre forme”. Poi al TG3 Don Sciortino aggiunge: “Sono sorpreso di queste reazioni. Ogni cittadino dovrebbe poter valutare l’operato del governo, in un paese normale questo fa parte di un libero dibattito, di un libero confronto”. Le repliche sono immediate e all’altezza della peggior trattoria. “Questo giornale sta perdendo colpi. Il suo direttore se ne sta beatamente a cullarsi sulle onde di Marettimo e in questo contesto parla di pericolo fascista” accusa La Russa. Gasparri minaccia querele. “Di fascista oggi in Italia ci sono soltanto i toni da manganellatore che Famiglia Cristiana consente di usare a Beppe Del Colle”, tuona Giovanardi.
Il solito “pregiudizio ideologico”, l’ennesima riprova dell’immancabile “visione parziale”. Mario Giordano, dalle colonne de il Giornale, difende il padrone. “Dite qualcosa di cristiano” invoca. “Se a Ferragosto in redazione non si concedono una pausa, con il prossimo numero forse scopriremo che Berlusconi è stato il mandante delle Fosse Ardeatine e Maroni un kapò ad Auschwitz”. Poi sentenzia fedele: “Se errare è umano e perseverare è diabolico, per Famiglia Cristiana ci vuole l’esorcista”. L’attacco al settimanale cattolico vede scomodarsi anche il Sole24ore. “Crisi in edicola” titola il quotidiano della Confindustria. E’ di turno Carlo Marroni. Lo scenario che riesce a dipingere è a dir poco estremistico: “Negli ultimi anni le cose non vanno tanto bene, c’è una forte crisi di vendite” sostiene. La rivista paolina, dunque, attingerebbe a piene mani dal repertorio “cattocomunista”, e proporrebbe “editoriali al vetriolo” contro il martire di Arcore, al solo scopo di risollevare le vendite.
“Il duce ha sempre ragione” si diceva, e probabilmente le cose non sono molto cambiate. Chi osa criticare il governo viene duramente insultato e, quando gli insulti non riescono a tappare il becco dell’insolente, partono le querele. Si delegittimano i dissidenti per poterli colpire con maggiore facilità, nel silenzio dell’opinione pubblica, che ne giustifica ed accetta le “ragioni”. In seguito, le querele fungono da deterrente per tutti coloro i quali cerchino di emulare le intollerabili irriverenze opposte al regime. Fino ad una manciata di mesi fa, “i silurati” appartenevano ad una sparuta cerchia di “pericolosi sediziosi”, oggi spaventa l’ampliamento progressivo di questa categoria di “colpevoli”, spaventa l’assenza della più elementare forma di pudore, l’assenza d’indignazione nell’opinione pubblica, così assuefatta all’aggressività dei “colonnelli” da ritenerla assolutamente normale. Prenderne coscienza è doveroso, il regime vive d’incoscienza. di Saverio Monno
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