“La valutazione della Commissione europea, di integrale apprezzamento per le misure adottate dal Governo italiano sui campi nomadi, non ha bisogno di commenti: è chiara ed esplicita. Mancano ancora, invece, le scuse pubbliche di tutti quegli italiani che, all'opposizione dentro e fuori il Parlamento, non hanno esitato a buttare fango sull'Italia pur di contrastare l'azione dell'Esecutivo”. Il Sottosegretario Mantovano ha chiesto le nostre scuse e di tutti quelli che negli ultimi mesi hanno trovato le politiche e l’atteggiamento del governo italiano contro rom e sinti razzista e discriminatorio.
La lista di coloro le cui scuse sono attese è piuttosto lunga e include anche una buona parte dei 785 deputati del parlamento europeo, amnesty international, vari corrispondenti della stampa internazionale, intellettuali e attivisti da mezza Europa che hanno scritto petizioni e raccolto firme, il papa e vari cardinali, il commissario europeo Vladimir Spidla, numerose associazioni italiane e qualche milione di elettori. Cosa bisogna fare allora? Chiedere un appuntamento con il Sottosegretario e porgergli le nostre scuse personalmente o possiamo più comodamente inviargli una cartolina?
Ma esattamente cosa ha detto il commissario europeo Barrot - esponente del partito di Sarkozy che ha sostituito recentemente il ministro Frattini come commissario europeo alla giustizia, libertà e sicurezza? Secondo Mantovano, Barrot avrebbe espresso un ‘totale apprezzamento delle misure adottate dall’Esecutivo sui campi nomadi’. Certo non stiamo a dubitare delle parole di un sottosegretario - abbiamo imparato la lezione. Ma per rispetto al Commissario Barrot, riportiamo anche la sua dichiarazione: ‘questo rapporto [si riferisce a quello inviato il 1 agosto dal governo] indica che nè le ordinanze, nè le linee direttive, nè le modalità di esecuzione autorizzano alla raccolta di dati circa l’origine etnica e la religione delle persone censite’ e che ‘da quanto afferma il rapporto’, le azioni del governo italiano ‘sono compatibili con il diritto comunitario’. Eppure a me sembra di ricordare che la scheda utlizzata a Napoli per la raccolta dei dati contenesse sia l’etnia che la religione del ‘censito’, oltre all’impronta digitale. Ma forse mi ricordo male. di Nando Sigona, continua a leggere…
Nessun commento:
Posta un commento