
Resta la considerazione, scomoda, che sia molto più facile far giustizia per un femminicidio in Italia quando il colpevole è un outsider, il “negro” o lo “zingaro”, e molto meno facile quando è un insider, un membro della comunità. Perciò vedremo (senza prevenzione) se sarà usato lo stesso metro per il ragazzo borghese difeso dall’avvocatessa e parlamentare di grido (Raffaele Sollecito e Giulia Buongiorno) o per la bella americanina (chissà perché usano il vezzeggiativo, come fidanzatini) Amanda Knox.
Sheryl Grana ha studiato come: “i femminicidi sono ignorati o sensazionalizzati a seconda della razza, classe sociale e attrattiva della vittima”. E’ una costatazione che ci porta a concludere che la rappresentazione mediatica del femminicidio elude sempre i contorni e la portata del fenomeno per ragionare con i canoni dell’infotainement, dell’informazione intrattenimento. Esistono femminicidi glamour, per pruriti sessuali o speculazioni politiche, e altri che è interesse di troppi sopire. Esistono femminicidi con vittime e colpevoli perfetti e ne esistono altri che non corrispondono all’allarme sociale fatto percepire dall’opinione pubblica. di Gennaro Carotenuto, continua a leggere…
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