giovedì 11 dicembre 2008

Fermiamo il ddl della vergogna, finché siamo in tempo

Con il pretesto di contrastare l’immigrazione clandestina i recenti provvedimenti del Governo e del Parlamento, colpiscono tutti gli immigrati, soprattutto coloro che vivono e lavorano regolarmente nel nostro Paese rispettando le leggi.
L’integrazione diventa un percorso ad ostacoli che esclude e inibisce i percorsi positivi di inserimento dei migranti nella società italiana.
Il fondo nazionale per l’integrazione è passato da 100 milioni di euro a 5 milioni e tra le proposte contenute in finanziaria vi è l’introduzione del requisito di dieci anni di residenza per l’accesso al piano casa ed all’assegno sociale.
Il disegno di legge sulla sicurezza, in discussione al Senato, in nome di un malinteso concetto di sicurezza, stravolge le norme sull’immigrazione, riducendo fortemente i diritti dei migranti, uomini e donne da tenere in condizioni di precarietà, ricatto e sfruttamento, con gravi ripercussioni sulla pacifica convivenza nella società.
L'insieme dei provvedimenti proposti, se approvati, contraddicono le norme internazionali sui diritti umani fondamentali e la stessa Costituzione italiana che afferma la pari dignità sociale delle persone, senza distinzione di sesso, razza, lingua o religione.
In particolare:
- si introduce il reato di clandestinità;
- si ostacola il ricongiungimento familiare, che da sempre costituisce un elemento forte di stabilità e di integrazione;
- si riducono le tutele dei rifugiati e dei minori;
- si tagliano le risorse per i corsi d’italiano e si istituiscono le classi differenziate;
- si restringe l’assistenza sanitaria, prevedendo un obbligo, per i medici e il personale sanitario, di denunciare gli immigrati irregolari che chiedono di curarsi;
- si rendono più difficili i matrimoni misti;
- si esaspera il criterio della idoneità alloggiativa;
- si istituisce il permesso a punti e una tassa per ogni pratica di rilascio e di rinnovo di 200 euro (attualmente è di 72 euro), un balzello ingiusto e oneroso per i migranti che attendono anche più di un anno una risposta sul permesso di soggiorno che - quando arriva – molte volte già è scaduto;
- si propone il blocco dei flussi d’ingresso dei lavoratori stranieri, misura propagandistica ed inutile, che chiude la strada all’immigrazione regolare e non fa nulla per dare risposta all’estesissima presenza di irregolarità, lavoro nero, e violazione dei diritti fondamentali.
Noi contestiamo questi provvedimenti e chiediamo al Parlamento di riformare le norme sull’immigrazione garantendo:
1. una seria ed efficace programmazione degli ingressi nel 2009, in misura funzionale al mercato del lavoro;
2. una risposta coraggiosa al problema dei lavoratori immigrati senza permesso, dando loro una chance per emergere da una vita di lavoro nero e assenza di diritti.
3. parità di diritti e superamento delle discriminazioni sul lavoro e nell’accesso a scuola, sanità e stato sociale;
4. riforma della cittadinanza e diritto di voto.
Per queste ragioni promuoviamo per il giorno giovedì 18 dicembre, giornata dedicata dalle Nazioni Unite ai diritti dei lavoratori e lavoratrici migranti e delle loro famiglie, un presidio a Roma dalle ore 10.00 alle ore 14.00 (Largo Chigi – Colonna). Nello stesso giorno, nelle stesse ore si effettueranno presidi davanti alle Prefetture delle più importanti città d’Italia.
Antigone, ARCI, ASGI, Cantieri Sociali, Centro Astalli/JRS, CGIL, CIR, CIPSI, CNCA, Emmaus Italia, Federazione Chiese Evangeliche in Italia, Federazione Rom e Sinti Insieme, Libera, Lunaria, Sbilanciamoci, SOS Razzismo, Terra del Fuoco, UIL

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