lunedì 2 febbraio 2009

Nettuno (Roma), non è razzismo...

Non è razzismo, date retta a Maroni. Per il ministro dell'Interno, che si è fatto intervistare da Il Giornale, la violenza di Nettuno è «inaudita, gratuita, provocata dall'abuso di alcol e droga» ma non ha nessuna «matrice razzista». Non importa che abbia preso di mira un immigrato, un senza tetto, uno degli ultimi. Per Maroni, sembra intuire, poteva capitare a chiunque. Peccato che capiti sempre a loro. Abba a Milano, Emmanuel a Parma, un cittadino cinese a Roma. Sinhg a Nettuno.
Al di là delle analisi spicce di Maroni, per fortuna, Sinhg Navte, il 35enne indiano picchiato e bruciato sabato notte nella stazione di Nettuno da tre giovani che volevano «provare una forte emozione», non è in pericolo di vita. I medici che lo hanno in cura presso il Centro grandi ustionati dell'ospedale Sant'Eugenio di Roma mostrano ancora un moderato ottimismo, ma hanno abbastanza elementi per dire che Singh «non è in pericolo di vita», nonostante abbia ustioni diffuse sul 40 per cento del corpo.
Il branco che gli ha dato fuoco, intanto, ha confessato. Tra di loro, c'è anche un sedicenne. Tre ragazzi malati di noia, che per dare una scossa ad un sabato sera senza emozioni hanno pensato bene di prendersela con un immigrato, uno che dormiva in stazione, uno che non ha una casa nè un lavoro. I tre, che secondo la ricostruzione dei carabinieri avevano trascorso una notte «brava» tra alcol e droga, durante l'interrogatorio non hanno avuto remore nel dire che il loro è stato un gesto «eclatante, fatto per provare una forte emozione». Continua a leggere...

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Fosse xenofobia sarei quasi contento, sapremmo dove bisogna andare per estirpare il male.
Purtroppo chi scrive dimentica appositamente(e questo è gettare benzina sul fuoco) alcuni casi accaduti a senza tetto italiani(ma si sa dei propri poveri non ci si cura...fa molto + figo e stupore parlare solo di quelli stranieri).
Purtroppo temo che la realtà sia molto diversa, temo che si sia arrivati ad un livello così basso per cui non si brucia un uomo per odio(che già è fatto gravissimo) ma per vedere di nascosto l'effetto che fa(riprendendo una vecchia canzone).
se ci si pensa questa eventualità è molto + grave...mi auguro proprio che siate voi ad avere ragione...forse nella scelta sarebbe il male minore!

u velto ha detto...

ciao Xpisp, il dato è uguale sia che venga bruciato un immigrato povero sia che venga bruciato un italiano povero.
sono tutti e due considerati "diversi". è la diversità che ci fa affermare il dato razzista di queste azioni. perchè in tutte e due i casi la violenza si esprime contro chi viene ritenuto inferiore e incapace di difendersi (aggravante).
in ultimo, riceviamo circa cento segnalazioni al giorno di testi da pubblicare ma ad oggi non abbiamo la possibilità di pubblicare tutto, in quanto questo spazio è gestito da persone volontarie.

Anonimo ha detto...

Ciao xpisp,
mi daresti Tu allora la definizione di razzismo? E mi piacerebbe sapere anche quella di Maroni che ancora una volta ha dimostrato di ignorare i problemi di razzismo e la pericolosità di sentimenti xenofobi deu qualli proprio lui si é spesso fatto promotore come tanti altri sindaci leghisti "scieriffi".

romanochavo74

Anonimo ha detto...

Vedi Romanochavo, la mia impressione, che può essere ovviamente sbagliata, è che la vittima non sia stata scelta perchè indiano o perchè non italiano, e il caso di Rimini mi fa pensare in questo senso, ma semplicemente perchè persona non in grado di difendersi.
Questi tre esseri si sono accaniti senza nessuna motivazione raziale.
Se fosse stato così, nell'orrore del gesto ci sarebbe stata una motivazione, assurda, ma ci sarebbe stata.
Il mio timore è che queste persona, come spesso la cronaca riporta, abbiano fatto un gesto eclatante per "distinguersi" o, ancor peggio, per inventare un nuovo gioco.
Il resto del tuo commento è intriso di pregiudizio...ne riparleremo.
ciao

Anonimo ha detto...

Ne hanno bruciato un altro...purtroppo non è razzismo ma idozia allo stato puro.
Prima abbiamo avuto i lanciatori di sassi, oggi la nuova moda pare essere questa.
Speriamo che la giustizia possa insegnare il rispetto della vita umana.

Anonimo ha detto...

ciao Xpisp, ho letto la notizia che arriva da Roma. sono sempre di più sconcertato dalla cattiveria di questi atti che, ripeto, secondo me sono il segnale chiaro ed inequivocabile di una forma razzista.
queste persone cattive si sentono superiori ad altre persone e quindi pensano che sia giusto cancellare la vita umana con il fuoco.

Anonimo ha detto...

Io invece ribadisco il fatto che tu sei un ottimista.
Ci fosse il razzismo, la discriminazione...anche se assurdo ci sarebbe una motivazione dietro questa violenza.
Io invece temo ci sia una deriva di valori...una incapacità di dividere tra finzione e realtà, una totale assenza di umanità.
continuo ad augurarmi che tu abbia ragione...in fondo sarebbe meno peggio.
ciao

Anonimo ha detto...

Caro Carlo,
scrivi: "queste persone cattive si sentono superiori ad altre persone e quindi pensano che sia giusto cancellare la vita umana con il fuoco."
Fai bene a scriverlo, non fai bene a giudicare gli altri, perché tu stesso non sei superiore agli altri, ma ti chiedo: allora quelli che cancellano la vita umana con le false ragioni e chiamando dalla loro parte una sentenza (sbagliata) del tribunale sono onest'uomini. Bene. Questa è coerenza con la linea del blog e delle vostre associazioni, che in apparenza sono tutte belle ma gratta gratta chissà cosa viene fuori.

Cro.

Anonimo ha detto...

Scusa Cro...non noti una leggera differenza?
In un caso prendi un estraneo di cui non sai nulla e lo bruci vivo.
Nell'altro un congiunto si fa portavoce della volontà della figlia e chiede una fine pietosa di una vita.
io su quel caso non ho certezze...potrei dirti che Eluana ha vissuto contro la volontà di Dio grazie all'alimentazione imposta dall'uomo e potrei dire il contrario.
Sono però certo che qui toppi alla grande perchè sono due cose molto distanti!

Anonimo ha detto...

ciao a Tutt@, condivido il commento di Xpisp. personalmente sono molto diviso su quanto successo a Eluana Englaro e sono ancora più diviso sulla questione testamento biologico (alimentazione si o no e non solo).
mi ha fatto inorridire l'uso strumentale della vicenda. ma potrei fare altri esempi, come sulla questione israeliana-palestinese. dove in Italia la si è usata strumentalmente per giustificare atteggiamenti antisemiti da una parte e antiislamici dall'altra.
tornando a questione, ho l'impressione che si faccia una grande confusione accostando situazioni molto differenti con una superficialità che a volte mi sorprende.
certo, siamo tutti consapevoli che in Italia si sta scivolando verso una cultura da bar ma pensavo che su alcune questioni fondamentali ci fosse più discernimento.
sintetizzando al massimo posso dire:
- un conto è andare chiedere ad un tribunale o discutere in parlamento se una persona che non è in grado di parlare, possa preventivamente dettare alcune condizioni che potrebbe fare quando ha la facoltà di parola. cioè se domani mi trovano un tumore, io ho la possibilità di dire se voglio essere curato o no. e tornarmene a casa dall'ospedale per morire in pace dopo alcuni mesi. ma se per qualsiasi ragione mi trovo nella impossibilità di potermi esprimere, dovrei sottostare a trattamenti che posso ritenere umilianti per la mia persona.
- un conto è andare a dar fuoco ad una persona.
il primo agire si confronta con le regole di una democrazia, il secondo agire è criminale, secondo proprio quelle regole che dovrebbero governare il nostro Paese.
voglio a questo punto, scusatemi la lunghezza, riprendere un vecchio commento che ho scritto tempo fa citando Bauman:
«La cultura moderna è una cultura del giardinaggio. Essa si definisce come il progetto di una vita ideale e di un perfetto ordinamento della condizione umana […]. L’ordine artificiale del giardino richiede strumenti e materie prime. Inoltre ha bisogno di essere difeso dal costante pericolo costituito, ovviamente, dal disordine. L’ordine concepito come progetto determina poi […] cosa è utile, cosa è dannoso, quali sono le erbe infestanti o i parassiti. Esso classifica tutti gli elementi dell’universo in rapporto a se stesso. […] Il genocidio moderno, analogamente alla cultura moderna, può essere concepito come il lavoro di un giardiniere. Le erbe infestanti vanno sterminate. Sradicarle è una attività creativa e non distruttiva. […] Per impegnarsi in quest’azione essa ha bisogno di combinarsi con un’altra invenzione della modernità: l’audace progetto di un ordine sociale migliore, una società omogenea dal punto di vista razziale, per esempio…».
leggendo Bauman è per me chiaro che chi da fuoco ad una “barbone” lo fa perché pensa che la società non abbia bisogno di questa persona e la considera un “erba infestante” da estirpare. e molte persone hanno scritto in questo senso contro i Rom: «Siete ospiti del nostro paese. Dovete rispettare le nostre regole. L'alternativa, se non condividete questo principio di civile convivenza, è andare altrove». e questo altrove non è indicato ma per qualcuno potrebbe essere anche la morte.
ciò che dice Barman è però anche assimilabile a quanto dice chi è contro al testamento biologico ma, secondo me, per una diversa ragione.
tutti sono d’accordo che io posso decidere di non farmi curare un tumore ma si ha paura, in Italia, che alla fine si arrivi a forme conclamate di eutanasia perché sono tutti ben consapevoli che le “regole” in Italia non sono quasi mai rispettate, al contrario di quanto avviene in Paesi con democrazie più solide, (vedi il caso della schedatura, dove è dovuto intervenire d’imperio il Parlamento europeo) e se questo avviene nel decidere sulla vita o sulla morte delle persone c’è il rischio evidente di prassi non proprio in linea con l’eventuale legge.
inoltre, nella società italiana si potrebbe insinuare con forza, anche a livello psicologico, quello che dice Barman e portare addiritura, come è successo per esempio in Serbia alla fine della guerra pochi anbni fa, le persone a suicidarsi perché pensano di essere di “peso” alla società.
le implicazioni sono diverse e molteplici ma mi fermo qua per non tediare.