L'assenza di alcuni paesi - come Usa, Israele, Italia - dalla conferenza Durban 2 sul razzismo, a Ginevra, "non si capisce bene", secondo l'osservatore permanente della Santa Sede all'ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra, monsignor Silvano Maria Tomasi (in foto).
Per combattere il razzismo, dice il presule ai microfoni di 'Radio vaticana', "la presenza nei negoziati e nella conferenza stessa, ci pare una necessità al giorno d'oggi, appunto per facilitare questo cammino della comunità internazionale nel trovare nuove forme per combattere le discriminazioni. Certo - prosegue mons. Tomasi - l'assenza di alcuni Paesi crea un po' di disagio, nel senso che non si capisce bene, dopo che l'ultimo documento del negoziato - che sarà il testo su cui questa conferenza si baserà per approvare le sue conclusioni - ha eliminato i punti che erano stati sollevati come punti di disaccordo. E, in particolare, vorrei citare la questione dell'antisemitismo: in questo documento viene riaffermato che bisogna combattere ogni forma di antisemitismo, di islamofobia e di cristianofobia. Si fa una menzione esplicita dell'Olocausto, che non si deve dimenticare, si fa poi una riformulazione del diritto alla libertà di espressione in maniera molto chiara, cioè dicendo che l'esercizio al diritto della libertà di espressione deve essere sostenuto e mantenuto. Quindi - afferma il rappresentante vaticano - non si capisce bene la ragione di queste assenze".
"Io - ricorda Tomasi - ho avuto occasione di parlare all'ultima sessione del Consiglio dei diritti umani, non molto tempo fa, esplicitamente di questa necessità di guardare con più attenzione ai cristiani i cui diritti umani non vengono rispettati. Di fatto, fra tutte le confessioni e le religioni, i cristiani sono il numero più grande di persone che soffrono la violazione dei loro diritti".
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