Ha immediatamente raccolto il parere contrario di monsignor Agostino Marchetto (in foto), segretario del Pontificio consiglio per la pastorale dei migranti, l'approvazione in via definitiva del disegno di legge sulla sicurezza. La nuova legge porterà «molti dolori e difficoltà» gli immigrati, secondo Marchetto. «Anche se si aspettava questa approvazione - afferma al telefono l’Arcivescovo commentando l’ok del Parlamento alla nuova legge - non posso non essere triste e dispiaciuto, con preoccupazioni per la prospettiva che ci si apre dinanzi e a mio avviso porterà molti dolori e difficoltà per persone che, già per il fatto di essere irregolari, si trovano in una situazione di precarietà».
Il responsabile vaticano per l'immigrazione, mons. Antonio Maria Vegliò, chiede che non vengano demonizzati o criminalizzati gli stranieri. Nel giorno in cui è stato approvato il pacchetto sulla sicurezza, l'esponente della Santa Sede, in un articolo su "Aggiornamenti Sociali", critica chi vede nell'immigrazione «un'invasione dalla quale bisogna difendersi».
Marchetto da parte sua analizza i vari punti critici della legge appena approvata, a partire dal reato di immigrazione clandestina. «La criminalizzazione dei migranti è per me il peccato originale dietro al quale va tutto il resto», afferma il presule. L’estensione a due a sei mesi della permanenza nei centri di espulsione (Cie) «avrà gravi conseguenze per coloro che saranno detenuti e - afferma Marchetto - poiché in Europa ci sono paesi che prevedono un periodo di detenzione più breve non si può dire che si tratti di un costringimento europeo». Il segretario del dicastero vaticano critica poi l’obbligo di denuncia dei clandestini da parte dei pubblici ufficiali: «Sarà carico di conseguenze», prevede.
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