giovedì 30 luglio 2009

Il boia ha ucciso 5.700 condannati l'anno scorso

Novantasei Paesi l'hanno cancellata ma in altri 46 resta una pratica consueta. Il boia ha ucciso 5.700 condannati l'anno scorso; il 90% delle esecuzioni sono state eseguite in Cina, ma la Fondazione Dui Hua, diretta da John Kamm, un ex dirigente d'affari che si è votato alla difesa dei diritti umani, ha stimato che "il numero delle esecuzioni nel suo Paese si è tristemente avvicinato a 7.000". E poi c'è l'Iran con 346 esecuzioni e l'Arabia Saudita con 102 decapitati. Neppure l'Europa è totalmente libera dalla pena di morte: anche dopo la fine dell'Unione Sovietica, la pena di morte continua ad essere applicata in Bielorussia.
"51 Paesi abbandonano la pena di morte". Nessuno Tocchi Caino, l'associazione internazionale che si batte da più di 15 anni per l'abolizione della pena di morte, ha pubblicato il rapporto annuale sulle esecuzioni capitali nel mondo: "Dal 1993, da quando Nessuno Tocchi Caino ha preso vita, ben 51 Paesi hanno abbandonato la pratica della pena di morte.
Quattordici di questi lo hanno fatto negli ultimi due anni, dopo la Moratoria del 18 dicembre 2007, proposta dall'Italia e approvata dall'Assemblea generale delle Nazioni unite".
Napolitano: "Mi unisco a battaglia abolizionista". Alla battaglia abolizionista si è unito anche il presidente Giorgio Napolitano, che ha espresso apprezzamento per l'opera dell'associazione Nessuno Tocchi Caino: "L'italia è da sempre in prima fila contro la pena di morte", ha detto il Capo dello Stato ed è "un dovere continuare a battersi per l'inviolabilità della vita e contro la cultura della morte".

La Cina in testa alla black list. Cala il numero dei condannati a morte: dai 5.851 nel 2007, ai 5.727 l'anno successivo. Ma resta una piaga in Cina: 5.000 esecuzioni capitali in un anno, un numero impressionante che da solo copre il 90% del totale mondiale di esecuzioni, eppure è inferiore a quello registrato dodici mesi fa quando alla pena di morte furono condannate 782 persone in più. Capita perché, dal primo gennaio 2007, è entrata ogni condanna a morte deve essere rivista dalla Corte suprema, la quale ha già annullato il 15% delle condanne.
Condannati gli oppositori politici in Iran. Dietro la Cina, nella black list, c'è l'Iran: 346 esecuzioni nel 2008, ma il numero non è ufficiale perché le autorità non forniscono statistiche ed è voce comune tra le organizzazioni umanitarie che le pene di morte eseguite siano molte di più. Impiccati, fucilati o chiusi in un sacco e gettati giù da una rupe: la Sharia in Iran si concentra sui membri delle minoranze religiose e degli oppositori politici.
Esecuzioni fuori le moschee in Arabia. La decapitazione in pubblico è invece la pena a cui sono condannati in Arabia, il primo Paese per percentuale di condannati a morte sulla popolazione. Nei cortili fuori dalle moschee, dopo la preghiera del venerdì, almeno 102 condannati sono stati giustiziati, compresi tre minorenni.
Negli Usa cala il numero dei condannati. "Solo" 111 condannati a morte negli Usa, il numero più basso da quando la pena di morte è stata reintrodotta nel 1976. Secondo il Rapporto, il record negativo di esecuzioni è stato generato dalla moratoria de facto. L'altro fatto importante, secondo nessuno Tocchi Caino, è stato, il 18 marzo di quest'anno, l'abolizione della pena di morte nel New Mexico, la seconda abolizione registrata negli Usa in oltre quarant'anni, dopo quella in New Jersey del dicembre 2007. E proprio al governatore Bill Richardson e alla parlamentare Gail Chasey del New Mexico è stato consegnato il premio "L'Abolizionista dell'anno 2009", promosso dall'associazione per segnalare le personalità che più di altre si sono impegnate sul fronte della moratoria delle esecuzioni capitali. da Repubblica

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