giovedì 2 luglio 2009

Uefa, stop alle partite in caso di razzismo

Gli arbitri dovranno sospendere provvisoriamente o definitivamente una partita in caso di episodi di razzismo nello stadio. Lo rende noto la Uefa dopo l’esecutivo che si è riunito a Vilnius. I direttori di gara dovranno applicare la norma numero 5 del Regolamento del calcio consente all’arbitro di interrompere, sospendere o abbandonare la gara a causa di interferenze esterne.
Il primo provvedimento, in caso di comportamenti razzisti, sarà la sospensione del match. Se gli annunci del caso non produrranno effetti positivi, l’arbitro dovrà attendere per un «periodo ragionevole» di 5-10 minuti e chiedere alle squadre di rientrare negli spogliatoi. Se ulteriori comunicazioni al pubblico si riveleranno inutili, la definitiva interruzione della gara sarà la misura estrema da adottare.
«L’arbitro e il delegato potranno consultarsi prima di decidere la sospensione della partita per 5 o 10 minuti, d’accordo con i responsabili della sicurezza», dice il presidente della Uefa, Michel Platini, spiegando la misure che verranno adottate con effetto immediato nelle competizioni Uefa.
«Se l’atmosfera rimane negativa, la partita deve essere sospesa», aggiunge. In tal caso, la commissione disciplinare della Uefa aprirebbe un procedimento. «La nostra politica prevede tolleranza zero contro il razzismo -ribadisce Platini-. Era necessario fornire al personale in campo i mezzi per fare qualcosa, abbiamo stabilito parametri e linee di condotta. In gravi casi di comportamento razzista, un arbitro deve fermare la partita».

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