mercoledì 12 agosto 2009

Milano, il dramma di intere famiglie dopo lo sgombero dalla Cascina Bareggiate

Sgomberata da quattro giorni la cascina Bareggiate su ordine del Prefetto Lombardi. Risultato: 150 persone (uomini, donne e bambini) vagano nella periferia milanese senza una meta. Queste sono le politiche dell’odio etnico/razziale prodotte dalle Istituzioni milanesi.
Fanno inorridire le giustificazioni addotte «Le precarie condizioni igienico-sanitarie, lo stato di degrado e di pericolosità delle strutture — spiega il sindaco di Pioltello, Antonio Concas — erano destinate a mettere sempre più a rischio l’incolumità delle persone presenti; le grandi dimensioni dell’insediamento e la densità delle presenze, molte delle quali con pesanti situazioni penali, costituiva una minaccia per l’ordine e per la sicurezza pubblica. Abbiamo agito davanti a una situazione di emergenza di concerto con ministero dell’Interno e prefettura di Milano, senza dimenticare i risvolti umani della vicenda, ai quali faremo fronte con un programma che coniuga scolarizzazione e legalità». Tutte bugie, le persone sono in strada, all’addiaccio. Queste sono le politiche che lo Stato italiano mette in campo per la cosiddetta “emergenza nomadi”.
In questa situazione drammatica la voce dei Rom è naturalmente assente. Nessun organo di informazione, nessun giornalista si degna di andare nei dintorni della cascina Bareggiate per vedere e raccontare il dramma che stanno vivendo le donne incinte, i bambini, gli anziani e le persone malate. Secondo la retorica dei politici milanesi ci dovrebbe essere protezione per queste persone ma oggi vivono su un prato, appunto senza nessuna sicurezza. Se questa è democrazia…

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