lunedì 3 agosto 2009

Milano, il record degli sgomberi

Anche i Tg nazionali si sono occupati degli sgomberi che subiscono le famiglie sinte da parte del Comune di Milano. Ne parla anche il seguente articolo del Corriere della Sera. Un’avvertenza alla lettura: le famiglie sinte non sono sempre le stesse come crede il Vice Sindaco ma è indubbio che per qualsiasi altro problema posto si cercherebbe una soluzione diversa dalla cacciata. Non è così per i Sinti e per i Rom che svolgono attività artigianali itineranti e basterebbe poco, ovvero: un’area di transito.
Li sgomberano e loro tornano. A distanza di una settimana sono di nuovo lì. I vigili si ripresentano e li cacciano ancora. Tempo qualche giorno e le roulotte rispuntano un’altra volta. E così via, «cinquantadue volte dall’inizio di quest’anno, in pratica un blitz ogni quattro giorni», assicura il vicesindaco-sceriffo di Milano Riccardo De Corato. Una sequenza da record per la cinquantina di sinti, nomadi di origine italiana (siciliana, nel caso), che da anni vagano in un mezzo chilometro quadrato di Milano, stretto tra la tangenziale ovest e la periferia di Baggio. Lo sgombero-beffa ha la figura di un triangolo: via Cusago, via Riccardo Lombardi, poche centinaia di metri più in là, e poi, tragitto un po’ più lungo, via Cardinal Tosi, a due passi dall’ospedale San Carlo.
Nomadi veri, loro malgrado. Allontanati, solo nell’ultimo mese, dieci volte. L’ultima, ieri mattina. I vigili arrivano presto, dopo l’ennesima segnalazione di cittadini infuriati. Chiedono i documenti, controllano che non ci siano macchine rubate e poi ordinano lo sgombero. I sinti portano via i loro diciassette caravan senza quasi fiatare. Qualche volta capita che la «visita» sia così attesa che le valigie sono pronte già dalla sera prima.

L’intervento in via Cusago è diventato quasi un rito. «Almeno una volta alla settimana», raccontano i vigili. «Controlliamo i documenti e li allontaniamo dal campo. E loro ogni volta cambiano accampamento e ce li ritroviamo poche centinaia di metri più in là». Dopo ogni operazione, il tour ricomincia lungo il solito triangolo.
Il vicesindaco allarga le braccia: «Questi di via Cusago sono pure italiani. Noi che cosa possiamo fare? Andiamo lì, li sgomberiamo grazie all’ordinanza che firmò l’ex sindaco Pillitteri che vietava il campeggio in aree pubbliche, e poi la cosa finisce lì». Ha senso questa continua rincorsa, questo gioco dell’oca tra un campo (abusivo) e l’altro? «Ai cittadini che protestano dobbiamo comunque dare risposte e far vedere che ci siamo, che non ci rassegniamo », spiega il vicesindaco. «È la dimostrazione che la tolleranza zero da sola non risolve i problemi. Semmai li sposta da una via all’altra », attacca invece Andrea Fanzago, consigliere pd in Comune. Insiste De Corato: «Meglio in ogni caso che tornino magari dopo solo tre giorni piuttosto che non se ne vadano affatto». Tra una settimana — ne è convinto anche il vicesindaco— in programma la puntata numero cinquantatré.

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