La Procura di Lecce ha concluso le indagini preliminari a carico di Bruno Damiano De Blasi (in foto), il 62enne di Campi Salentina attualmente detenuto nel carcere di Foggia con l’accusa di aver abusato in più circostanze di alcuni minorenni di etnia Rom. Il provvedimento è stato notificato all’indagato nelle scorse ore, e porta la firma del pubblico ministero Angela Rotondano, titolare dell’inchiesta che culminò nell’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere da parte del gip Ercole Aprile, eseguita dai carabinieri della compagnia di Campi nel gennaio scorso.
Le accuse contestate a De Blasi, pregiudicato per reati specifici, le più terribili, quelle di violenza sessuale ed atti sessuali con minorenni. Sulla base di quanto emerso dalle indagini, l’uomo per due anni avrebbe adescato giovani fanciulli nel “campo nomadi” Panareo, alla periferia di Lecce, comprando la loro innocenza con pochi spiccioli, dagli 8 ai 20 euro. Questa la ricompensa che il presunto orco dava a quei ragazzini, prede fin troppo facili se si considera che nella loro situazione una banconota da 20 euro avrebbe fatto la differenza.
L’uomo avrebbe indotto ed a volte costretto le sue presunte vittime a palpeggiamenti, culminate a volte con rapporti sessuali completi, consumati nell’abitazione del 62enne o all’interno della sua autovettura. A provare il terribile abominio di quell’infanzia violata ci sarebbero dei filmati realizzati con il telefono cellulare dell’anziano, sequestrato dai carabinieri. E proprio i militari del Norm diedero il via alle indagini, dopo aver notato nel settembre dello scorso anno De Blasi in compagnia di due giovani Rom, che all’apparenza non sembravano avere più di 14 anni.
Quella circostanza insospettì gli investigatori, che iniziarono un attento servizio di osservazione, fatto di discreti appostamenti e pedinamenti che finirono per comprovare un ambiguo rapporto di familiarità fra il 62enne ed alcuni giovani residenti del “campo nomadi”. A novembre i carabinieri ebbero la conferma ai loro sospetti: una segnalazione fatta da una guardia giurata li avvertì di aver notato De Blasi mentre si appartava nella sua auto insieme ad un ragazzino Rom, e probabilmente solo l’intervento tempestivo dei militari evitò il peggio.
Dopo l’episodio, gli inquirenti ascoltarono diverse persone che avrebbero confermato i malsani rapporti intercorrenti tra De Blasi e le sue giovanissime presunte vittime. In seguito ad una perquisizione domiciliare, nell’abitazione dell’anziano vennero ritrovati il telefono cellulare, contenente i terribili filmati, ed un posacenere, oggetto che comparirebbe nei video e considerato la prova che la casa dell’uomo sarebbe stata il teatro degli abusi.
In sua difesa, l’indagato si è sempre proclamato innocente, sostenendo di aver intrecciato con i ragazzi rapporti di semplice amicizia. Ed il filmato? Effettivamente lo vedrebbe ripreso in un rapporto sessuale, ma non con un ragazzino, a suo dire, bensì con un maggiorenne consenziente. Le presunte vittime, che sono state ascoltate in sede d’incidente probatorio, hanno invece confermato le violenze subite. Ora l’indagato ha 20 giorni di tempo per chiedere di essere interrogato o per presentare memorie difensive, prima dell’eventuale richiesta di rinvio a giudizio da parte del pubblico ministero. De Blasi è difeso dall’avvocato Michele Palazzo. Da LeccePrima
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