Un rogo di copertoni, fili elettrici, lastre di amianto, rifiuti tossici accumulati in uno dei dodici campi rom allestiti nella zona Asi di Giugliano. Per alcune ore, in via Ponte Riccio, nella mattinata di ieri si è temuto anche il peggio. Il fuoco si è propagato a ridosso di un´area attraversata dal metanodotto, con rischio di esplosioni. Il vasto incendio, per gli inquirenti di origine senza dubbio dolosa, si è sviluppato nell´area industriale alle porte di Napoli, che conta una cinquantina di aziende, sprigionando una nube tossica, ha lambito per ore anche i campi rom dove vivono un migliaio di persone. Per domare le fiamme sono intervenute quattro squadre dei vigili del fuoco fino alle 15 e 10, quando è stato spento l´ultimo focolaio. Sul posto sono giunti anche i tecnici dell´Arpac.
Lunedì scorso, in questa area industriale, imprenditori e lavoratori hanno promosso una manifestazione pubblica per protestare contro il degrado e l´abbandono del comprensorio. Hanno denunciato il ripetersi di danneggiamenti delle infrastrutture, lo sversamento illegale di rifiuti praticato da alcuni per rivendersi le parti metalliche, separando fili di rame dalla plastica dopo aver dato fuoco ai cavi.
Angelo Punzi, vice presidente e amministratore Gma e vicepresidente del Consorzio di Giugliano, è di nuovo sulle barricate a gridare: «Siamo alla guerra civile. A pochi giorni dalla nostra protesta contro l´abusivismo dei rom e l´indifferenza delle istituzioni, i teppisti hanno ripreso a colpire, appiccando una serie di incendi a materiali tossici, appestando l´aria, tranciando per l´ennesima volta i cavi delle telecomunicazioni». Punzi denuncia l´aggravarsi della situazione nell´area industriale: «Il quadro generale peggiora di giorno in giorno». Gli imprenditori con le loro associazioni e con le organizzazioni sindacali, dicono basta e chiedono risposte concrete alle istituzioni e a tutti gli enti che hanno voce in capitolo.
Il Comune di Giugliano ha dato la disponibilità per attrezzare un campo che possa accogliere non più di 150 persone. Il sindaco Giovanni Pianese, afferma: «Ora basta: credo che questa vicenda debba finire all´attenzione del governo». Pianese punta il dito contro gli sconosciuti responsabili dell´incendio. «I senza dimora che sono accampati a Giugliano - dice - sono ormai davvero tanti e tra questi ci sono alcuni che vivono di espedienti e di furti». Si riferisce ai ripetuti furti dei cavi sia dell´energia elettrica che della rete telefonica. Raffaele Del Giudice, direttore regionale di Legambiente, parla di un «immenso ecocidio premeditato, in atto da anni nel triangolo Qualiano, Giugliano, Villaricca, da noi denominato Terra dei fuochi nel lontano 2002». E accusa: «Il problema non è il campo rom che da anni attende un intervento di bonifica, ma l´intero ciclo illegale che opera indisturbato». di Patrizia Capua
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