lunedì 8 febbraio 2010

Milano, Tettamanzi: no a sospetti, veleni, aggressività e corruzione morale

Le tre maggiori autorità politiche della Lombardia: il Sindaco di Milano Letizia Moratti, il Presidente della Provincia Podestà e il Presidente della Regione Lombardia Formigoni erano tutti in prima fila all'Auditorium Alberione ad ascoltare l'Arcivescovo di Milano, card. Dionigi Tettamanzi, sul discorso relativo alla politica. Tettamanzi ha parlato di bene comune, di povertà, di questione morale e di facce nuove.
In politica secondo l'Arcivescovo non servono sempre facce nuove, ma persone serie, credibili ed autorevoli. Poi Egli ha messo l'accento sui programmi i quali devono essere rivolti alle persone, specialmente ai più poveri: disoccupati, precari, cassintegrati, sfrattati, senza fissa dimora, minori, donne sole, rom, ex detenuti, immigrati, ecc.
Per tutti costoro ci devono essere la solidarietà e l'accoglienza cosi come ci insegna la parabola del Buon Samaritano che aiutano un uomo aggredito dai briganti nonostante la indifferenza di un sacerdote e di un levita. Il samaritano vede e non passa oltre, gli si fa vicino, gli versa olio e vino, e gli fascia le ferite. Infine lo accompagna ad una locanda e dice all'albergatore di prendersi cura di lui anche in futuro. Questo dovrebbe essere l'atteggiamento dei politici e degli amministratori milanesi e lombardi.
L'Arcivescovo Tettamanzi ha parlato, quindi, di bene comune che deve essere l'obiettivo prioritario della nostra classe politica e di questione morale. A questo proposito il Cardinale aveva rilevato qualche giorno fa che "Viviamo tempi difficili per le istituzioni repubblicane, numerosi segnali d'allarme sono tristemente risuonati in questi mesi. Preoccupanti episodi di corruzione morale, aggressivita' politica e accanimento mediatico hanno generato un clima politico denso di veleni e sospetti e un pesante crollo di fiducia dell'opinione pubblica nei confronti delle istituzioni".

I partiti, ''strumenti fondamentali della democrazia'', debbono tornare ad educare ''al senso alto della politica'' e non trasformarsi in mere macchine del ''consenso''. ''Gli stessi partiti e movimenti politici dovrebbero tornare a educare al senso alto della politica - ha detto Tettamanzi - non solo alle tecniche per conquistare il consenso, ma anche e soprattutto al valore e al significato profondo del proprio servizio, agli stili di comportamento, alla conoscenza della tradizione sociale, civile e politica del Paese. Gli stessi partiti e movimenti, proprio perchè sono strumenti fondamentali della democrazia, - ha poi detto - devono difendersi dal pericolo di ridursi a comitati elettorali che, a competizione terminata, finiscono per esaurire il proprio compito''.
Per quanto riguarda, poi, il posto dei cattolici in politica, l'arcivescovo di Milano ha detto che questi ''possono radunarsi, confrontarsi, ritrovarsi, costruire una casa comune è il servizio ai più poveri''. Ma formare ad una coscienza socio-politica, ha detto ancora il cardinale di Milano, e' compito anche della Chiesa tanto e' vero che ''l'insegnamento sociale della Chiesa, rappresenta una parte irrinunciabile dell'evangelizzazione''. Una attenzione, quella della Chiesa che, ben lungi da rappresentare una ''imposizione ne' tanto meno una ingerenza in ambito civile'' vuole rappresentare, invece, ''una guida, un orientamento, un sostegno al discernimento del bene comune in tempi di complessità''. Compito della Chiesa è anche "curare la formazione sugli argomenti sociopolitici", cioè "essere una guida, un orientamento, un sostegno al discernimento del bene comune in tempi di complessità".
E' uno dei passaggi del discorso tenuto dall'arcivescovo di Milano, cardinale Dionigi Tettamanzi, agli amministratori locali della provincia di Milano. Secondo Tettamanzi i politici di estrazione cattolica dovrebbero avere "una predilezione tutta speciale per gli assessorati" che si occupano degli ambiti sociali, come vocazione di servizio per i più poveri, anche se non "si pensi che soltanto i cristiani siano autorizzati ad occuparsene".
Ma l'educazione alla politica va diffusa soprattutto nei più giovani, perché "le parrocchie, gli oratori, le associazioni e i movimenti devono sentire la responsabilità di offrire con fiducia ai giovani proposte formative orientate su questa linea", pur riconoscendo che "nelle comunità parrocchiali spesso si fatica a parlare di politica". In ogni caso la politica deve interpretare i bisogni dei cittadini e a essi dare una risposta concreta ed efficace. Ma occorre secondo il Cardinale Tettamanzi fare tutto ciò senza veleni, sospetti, separazione tra società civile e politica e degrado morale che, purtroppo, caratterizza questa fase politica. di Alberto Giannino

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