Niente più decreto di espulsione per Jovica Jovic, il fisarmonicista rom di fama internazionale fino a poco tempo fa costretto a vivere da clandestino. Dopo che il caso è stato denunciato da "Repubblica" la questura di Roma ha deciso di annullare il decreto e di consegnare a Jovic un permesso provvisorio in attesa di studiare la possibilità di rilasciargliene uno definitivo, garantendogli l´opportunità di spostarsi in Europa (alcuni dei suoi figli vivono in Austria e in Inghilterra).
Lui, ora, è felicissimo: «Finalmente non devo più nascondermi». Con Jovic esultano i membri dell´associazione Terra del Fuoco, dove lui ogni mercoledì insegna fisarmonica cromatica: «È un ottimo risultato - dice Mauro Poletti - ma speriamo con sviluppi positivi: il maestro merita un permesso definitivo».
Nato in Serbia nel 1953 da genitori rom, Jovic si è trasferito in Italia nel 1971. Nella sua carriera è salito sui palchi con artisti come Piero Pelù, Moni Ovadia e Vinicio Capossela. Con la sua famiglia ha vissuto a Rho nel campo nomadi di via Sesia fino al 2007, quando è iniziato il suo calvario. Bloccato all´aeroporto di Roma a causa di un visto non rinnovato è stato rinchiuso in un Cpt, da cui è uscito solo per le sue precarie condizioni di salute e con un decreto di espulsione.
Da quel momento è iniziata una doppia vita: artista in appuntamenti ufficiali da una parte (come quelli al binario 21 nella Giornata della Memoria), clandestino dall´altra. Dopo il servizio su Repubblica, associazioni e personalità si sono mosse in suo aiuto. Da Moni Ovadia a don Gino Rigoldi - che ha pure celebrato il battesimo di Sanela, nuora del musicista - in molti hanno chiesto un intervento delle istituzioni. Venerdì, dopo l´interessamento del ministero dell´Interno, la revoca dell´espulsione. E la fine di un incubo per Jovic. di Luca De Vito
Nessun commento:
Posta un commento