martedì 5 ottobre 2010

Mantova - festival dosta!, “la lettera” del Theatre Rom: sunas, pitàras, i tà vas

Ascoltare, scoprire, partecipare. Questo è lo slogan del festival dosta! che sbarcherà a Mantova venerdì prossimo, 8 ottobre 2010. Per promuovere il festival, a partire da giovedì 7 ottobre sarà presente nel centro di Mantova una campina (roulotte). Ma non solo perché sempre il 7 ottobre, dalle ore 15.00, inizieranno le trasmissioni sperimentali di U Velto Radio, una web radio che trasmetterà musica sinta, rom, manouche, kalè e romanichals.
Oggi presentiamo lo spettacolo teatrale “la lettera” di Antun Blazevic del Theatre Rom. Due gli appuntamenti al Teatreno in piazza don Leoni, sabato 9 ottobre: al mattino, dalle ore 11.00, con gli studenti delle scuole superiori di Mantova a cui seguirà un breve dibattito; alla sera, dalle ore 21.15, per tutti con ingresso gratuito.
La lettera” è uno spettacolo teatrale ideato e diretto da Antun Blazevic, in arte Tonizingaro. Antun Blažević è nato nel 1961 a Sremska Mitrovica nella ex-Jugoslavia. Vive in Italia dal 1981, dove lavora, come mediatore culturale Rom, nelle scuole della capitale e presso l’Associazione Arci Solidarietà. Appassionato di teatro e di musica, cerca di svegliare le anime perdute, parlando, nei suoi spettacoli, dei diritti e dei doveri del popolo Rom.
Lo spettacolo teatrale “la lettera” è diviso in due parti. Nella prima parte l’autore, rom, scrive “la lettera” al fratello che vive in ex Jugoslavia, dove in modo autoironico cerca di tranquillizzare il proprio fratello descrivendo l’Italia come paese di sette meraviglie. Nella seconda parte dello spettacolo, il fratello risponde a “la lettera”… Il racconto e alternato con i spazi musicali e racconti divertenti e le poesie.

I parte, la lettera. Caro mio fratello, dopo tutti questi anni che sono passati e che non ci siamo visti, ho deciso di scriverti questa lettera per dirti come sto io e chiedere a te come va la giù da noi. Come sta la tua famiglia moglie e figli? Stai lavorando? Mi piacerebbe sapere tutte le novità, ma prima ti voglio dire e descrivere come noi Rom (per gli italiani zingari) viviamo qui in Italia. Questa lettera ti scrivo con le mie mani e tu per questo sicuramente sarai sorpreso perché quando sono andato via da casa, non sapevo ne leggere ne scrivere, ma ringraziando alla scolarizzazione che qui funziona alla meraviglia, sono riuscito frequentare corsi serali della lingua italiana e adesso eco me qui che scrivo e leggo, è bellissimo…
II parte, la risposta alla lettera. Ciao, fratellino! Ho ricevuto la tua lettera e, come sempre da quando sei nato, racconti bugie e le cazzate . Tu credi che noi qui non sappiamo tutto quello che succede in Italia, ma perché racconti le cazzate? Quale casa ai Parioli? Ma quale rispetto? Sai che l’altro giorno è tornato a casa Semso, dice che gli hanno dato l’espulsione perché non aveva il permesso di soggiorno. Dice che in Italia vi trattano come animali e che ancora vivete dentro le baracche in mezzo ai campi, senza acqua e senza luce. Dice che vi ricordano solo quando qualche bambino muore di freddo o bruciato dentro la baracca, e che la polizia fa tutto quello che vuole, che e diventato il reato chiedere la elemosina…

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