IO SO CHE… in tutta questa vicenda ci sono degli aspetti ancora poco chiari, perché sono stati taciuti e nascosti fin dall’inizio, aspetti non secondari su questa “verità zingara”.
Io so che la voce dei Rom non ha lo stesso peso di quella di un italiano, a patto che non sia della parte dei Rom.
Lo so che i testimoni Rom contano poco, mentre le dichiarazioni di un operatore del Comune, anche se assente durante i fatti in questione, valgono di più, soprattutto se dimostra diffidenza verso i Rom.
Io so che è più facile e comodo seguire le sirene urlanti dei pregiudizi e della superficialità, che mantenere una seria obiettività, ormai compromessa e condizionata dalle bugie gridate da una stampa compiacente e collaudata a gettare fango sui Rom.
Lo so che tra il progetto “Città sottili” del comune di Pisa e questa vicenda ci sono strette relazioni che spesso soffocano e condizionano la vita Rom.
Io so che anche quando un Rom è vittima, spesso gli capita di sedere sul banco degli imputati..
Lo so che il giudice di Bergamo, che ha rilasciato in pochi giorni il Marocchino accusato di avere ucciso la piccola Yara di Brembate, non è lo stesso di Firenze..
Lo so che il razzismo che colpisce i Rom non è questione di integrazione, ma si alimenta anche dalla crisi economica in atto.
Io so quanto sia facile condizionare il pensiero dei minorenni..ma chi controlla il controllore?
Lo so che la mia testimonianza è poco credibile perché “sono in buoni rapporti con i Rom”, mentre quella che dimostra sospetto verso i Rom è più “obiettiva” , quindi merita di essere presa in considerazione, anche quando è superficiale e ambigua.
Lo so che in questa vicenda i Rom hanno le loro colpe.. la più grande è quella di essere Rom.
Semplicemente lo so, perché credo di saper distinguere una bugia, dalla realtà dei fatti, senza essere dell’Anti-Mafia.
Invece, quello che non so più con certezza è se il rispetto dei diritti, oggi vale ancora per tutti o può essere sospeso in base a categorie di appartenenza etnica?
Le verità occultate sul matrimonio dei due minorenni rom di Coltano
9 Febbraio – 16 Febbraio 2010. 1° visita dei genitori del promesso sposo in Kosovo a Ferizaj per conoscere i genitori della futura sposa del loro figlio: entrambi si erano conosciuti e parlati per diversi mesi via internet, attraverso la Web Cam.
11 Maggio – 16 Maggio. 2° visita della mamma del giovane Rom in aereo, accompagnata da Hery e Violza (zii del ragazzo) che raggiungono Ferizaj in macchina, lo scopo è arrivare a definire l’accordo con la famiglia della giovane sposa in vista del matrimonio dei due ragazzi Rom. Accordo che viene raggiunto secondo le usanze Rom, suggellato dalla festa celebrata in casa della famiglia con il coinvolgimento del vicinato e dei parenti. La futura sposa circola su una Limousine in segno di festa per le vie della cittadina e per mostrare pubblicamente l’intesa raggiunta dalle due famiglie. Tutto documentato da un video che verrà poi visto a più riprese dai Rom di Coltano. I genitori della ragazza salutano e affidano la loro figlia a Hery e Violza. Partono per l’Italia il 18 Maggio con la macchina di Hery.
20 Maggio 2010. Arrivo a Coltano della ragazza rom. Si celebra una festa, accompagnata anche da una band musicale rom. Vi partecipano tantissimi Rom di Coltano, la ragazza veste gli abiti di festa della tradizione rom, balla è serena ed è presentata ai famigliari del futuro sposo, salutata anche da tanti altri Rom di Coltano e conosce di persona il suo futuro marito. Ci sono fotografie che testimoniano il suo arrivo a Coltano e quelle delle feste celebrate il giorno dopo e anche il 31 Maggio. La festa si protrae per tante ore, fino a notte. Anche il giorno seguente avviene un’altra festa, sempre al campo di Coltano.
1 Giugno 2010. A Gello, vicino a Pontedera alle 18.00 si celebra la festa vera e propria del matrimonio, con la partecipazione di centinaia di Rom, provenienti anche da fuori dell’Italia: Francia, Croazia, Germania. I giovani sposi Rom fanno il loro ingresso su una macchina scoperta, affittata per l’occasione. Vengono scattate centinaia di fotografie.
1 Settembre 2010. Un gruppo di Rom, per alcune ore occupa simbolicamente il nuovo villaggio Rom (ancora vuoto), esasperato dall’infinita attesa e dall’atteggiamento omissivo dei responsabili del progetto Città Sottili del Comune di Pisa, chiedono un incontro con l’Assessore Politiche Sociali per avere delle risposte sull’assegnazione degli alloggi e sulle prospettive future per chi rimarrà escluso.
2 Settembre 2010. La risposta del comune è l’occupazione “militare” (carabinieri, vigili urbani e polizia) del villaggio: paura e rabbia si alternano tra Rom di Coltano… Nel trambusto di quelle ore la “sposa bambina” avvicina un agente e comunica la sua volontà di tornare a casa. Vengono assegnati in questo clima di paura gli alloggi. Quattro famiglie rimangono fuori dall’assegnazione.
8 Settembre 2010. La giovane sposa Rom viene portata via dal campo dalle Forze dell’Ordine e affidata ad una comunità protetta.
26 Ottobre 2010. Vengono arrestati 6 Rom: lo sposo della minorenne, i suoi genitori, la nonna e i due zii che hanno portato la futura sposa minorenne in Italia con gravi accuse su di loro: rapimento, violenza sessuale di gruppo anche da parte dei Rom del campo, riduzione stato di schiavitù e maltrattamenti. Viene portata via anche un’altra giovane sposa del campo, senza alcuna spiegazione e affidata segretamente ad una struttura protetta. Le indagini sono coordinate dall’Anti-Mafia di Firenze. Tra il materiale sequestrato dalla Polizia ci sono le centinaia di foto delle feste in una cornice digitale e il video girato a Ferizaj durante la festa del fidanzamento… che fine hanno fatto? Ha inizio una intensa campagna giornalistica di diffamazione sulla comunità Rom, capeggiata dalla redazione locale de Il Tirreno e avvallata dal comune di Pisa. Il quotidiano locale La Nazione manterrà invece, un atteggiamento più prudente. D’ora in poi gli operatori del Comune che visitano il campo, sosterranno la versione della ragazza, mantenendo un atteggiamento di sospetto sui famigliari coinvolti rimasti al campo: un finto interessamento per acquisire ulteriori dati contro i Rom coinvolti. Dice un saggio: “Non mi preoccupa chi dice che vuole fare del male, ma chi pensa di fare il bene!” Intanto in città monta la rabbia nei confronti dei Rom. In diverse occasioni sono presi di mira dalla gente, derisi ed insultati. Il fatto più grave presso il Distretto Sanitario al CEP, dove la mamma del giovane marito che usufruisce degli arresti domiciliari perché incinta, si reca il 2 Dicembre per una visita di controllo, scortata da agenti penitenziari ma viene insultata dalla stessa dottoressa, la invita a farsi visitare altrove, in un primo momento rifiuta la visita medica che le spetta, ma poi ci ripensa solo per rispetto delle guardie penitenziarie che l’hanno scortata.
Intanto, durante il periodo di detenzione presso il carcere minorile di Firenze il giovane marito verrà picchiato diverse volte dagli stessi detenuti.
15 Novembre 2010. Conferenza stampa dei Rom al campo di Coltano, indetta per far sentire per la prima volta la voce dei Rom sulla vicenda, visto che nessuno ha sentito il bisogno di ascoltare la loro voce e le loro testimonianze. I quotidiani locali de Il Tirreno e La Nazione non intervengono!
10 Dicembre 2010. Viene arrestato anche il nonno del giovane marito, con l’accusa di essere l’organizzatore materiale della “compravendita di minorenni”.
11 Dicembre 2011. A Firenze nell’aula bunker anti mafia, si celebra l’incidente probatorio, dove finalmente la difesa degli imputati per la prima volta, ha la possibilità di interrogare la ragazza e far emergere le contraddizioni nelle versioni fornite dalla giovane sposa Rom. La nonna viene scarcerata, mentre per gli altri imputati il Pubblico Ministero si oppone caparbiamente a misure di scarcerazioni.
di Don Agostino Rota Martir, Coltano (Pisa), campo nomadi, 16 dicembre 2010
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