Cantieri Teatrali Koreja e Centar Za Kulturu di Smederevo (Serbia) hanno prodotto e stanno portando in giro in Italia lo spettacolo "Brat (fratello), cantieri per un'opera rom" che ha vinto il Premio Internazionale Teatro dell’Inclusione 2010, dedicato a Teresa Pomodoro
Ha scritto Gianfranco Capitta: “Brat […] è più che uno spettacolo è uno squarcio violento, quanto seducente nei pregiudizi, nei luoghi comuni, nelle pulsioni non più inconfessate di un razzismo senza argini […] Non concede illusioni o facili scorciatoie di redenzione lo spettacolo che Salvatore Tramacere con Fabrizio Saccomanno ha elaborato nel tragitto laborioso compiuto a Smederevo […] “cantieri per un’opera rom” suona come un’indicazione di metodo, e non solo lavorativa, per un’impresa meritoria […] I giovani sulla scena, in quella che suona per definizione “finzione”, sembrano avere ben nitida la visione più veritiera del mondo che continua a circondarli, oscillando tra l’ipocrisia e il razzismo […]”
Cantieri Teatrali Koreja così presentano il loro lavoro
Incontriamo da tre anni un gruppo di giovani rom e giovani attori che vivono a Smederevo, Settanta chilometri da Belgrado, alcune centinaia da Lecce. Proviamo a fare teatro. Lavoriamo di sera, dopo faticose giornate di lavoro quotidiano, specie per i giovani rom, a raccogliere frutta, vetro e carta. Non vogliamo creare una nuova compagnia professionale né cerchiamo alcuna catarsi sociale. Che fare? Partiamo da un testo. L'Opera del mendicante di John Gay.
Cerchiamo persone e attori in grado di dare senso e verità alle parole molto graffianti dell'Opera. Al tempo del reality quando sempre più sottile si fa il confine tra verità e finzione.
Ladri, ricettatori, donne di malaffare, capi di polizia in combutta per spillare quattrini dove si può: questi sono i nuovi eroi di un mondo alla rovescia. Una storia rappresentata tante volte in diverse epoche e luoghi.
Undici non attori rom e otto giovani attori serbi, assumono ruoli da commedia dell'arte, facendosi testimoni di una cultura, la propria. Una cultura che, come i piccoli ladruncoli che loro mettono in scena, è destinata a scomparire. Ne è scaturita una "presentazione" che, giocando con gli stereotipi di una cultura periferica, mette proprio in discussione il labile confine tra finzione e realtà.
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