mercoledì 22 febbraio 2012

Lotta al razzismo, l'Ecri non promuove l'Italia!

La Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (ECRI) ha pubblicato il suo nuovo rapporto relativo all’Italia. Il Presidente ad interim dell’ECRI, François Sant’Angelo, ha osservato che, nonostante i progressi registrati in alcuni campi, è ancora necessario un maggiore impegno per combattere i discorsi di incitazione all’odio e proteggere i Rom e i Sinti e gli immigrati dalla violenza e dalla discriminazione.

L'Ecri nel rapporto ha riconosciuto all'Italia un’efficace normativa contro la discriminazione e la violenza razzista nell'ambito sportivo e ha riconosciuto che l’UNAR, l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali, sta estendendo notevolmente le proprie attività. Ha inoltre evidenziato che i tribunali hanno annullato un certo numero di misure discriminatorie precedentemente adottate dal Governo e da alcuni sindaci

Preoccupa l’aumento del ricorso a discorsi di stampo razzista in politica; gli immigrati, in modo particolare, sono regolarmente presentati come fonte di insicurezza. Tale linguaggio si rispecchia nelle politiche discriminatorie (ad esempio, numerosi aspetti del cosiddetto “pacchetto sicurezza”). Sebbene sia stata abbandonata la maggior parte delle misure più discutibili, è evidente l’impatto sugli atteggiamenti dell’opinione pubblica. In alcuni casi, si sono verificate aggressioni violente contro Rom, Sinti e immigrati.

La maggior parte dei Rom e dei Sinti subisce varie forme di emarginazione, malgrado i programmi messi in atto da un certo numero di comuni e di regioni a favore dell’inclusione sociale. Perfino i campi nomadi autorizzati sono relegati in aree lontane dai centri urbani. Per quanto riguarda i campi abusivi, sono stati oggetto di demolizioni e di sgomberi forzati, che hanno contribuito a peggiorare la discriminazione nella vita quotidiana nei confronti di questa popolazione.

Nonostante i progressi compiuti in materia di diritto di asilo, pare che la politica dei respingimenti, inaugurata nel maggio del 2009, che prevede di rimandare nel paese di origine le imbarcazioni intercettate in mare aperto tra l’Italia e la Libia, abbia privato un certo numero di persone della possibilità di fare valere il loro diritto alla protezione internazionale. Si sono constatati altri problemi a seguito degli eventi del Nord Africa agli inizi del 2011, e si deplorano i ritorni forzati troppo affrettati e le condizioni di accoglienza inadeguate.

Persistono i pregiudizi contro i musulmani e l’antisemitismo, e si segnalano casi di discriminazione nei confronti dei gruppi vulnerabili nell’accesso agli alloggi dati in locazione da privati.

Nel suo rapporto, l’ECRI ha formulato un certo numero di raccomandazioni, per tre delle quali, qui di seguito indicate, ha richiesto un’applicazione prioritaria e ha previsto una procedura di valutazione entro due anni:
- conferire all’UNAR un ruolo più incisivo;
- fornire garanzie di protezione a tutti i Rom e Sinti sgomberati;
- rispettare il principio del non respingimento.

Il rapporto è stato elaborato a seguito della visita di contatto dell’ECRI in Italia nel novembre 2010 tiene conto degli ultimi sviluppi fino a giugno 2011. L’ECRI è un organo del Consiglio d’Europa per la difesa e la promozione dei diritti umani, composto da esperti indipendenti, che analizza i problemi inerenti al razzismo, alla discriminazione fondata sull’origine etnica, il colore, la nazionalità, la religione e la lingua, alla xenofobia, all’antisemitismo e all’intolleranza, elabora dei rapporti e rivolge raccomandazioni agli Stati membri

La foto è tratta da un recente fatto di cronaca che potete approfondire sul sito Mahalla a questo link: Vicenza 2012 o Svizzera 1958

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Vista la solita "sbadataggine ad hoc" dell'autore dell'articolo volevo ricordare che la foto riporta un cartello scritto da un'extracomunitaria marocchina nel suo esercizio commerciale.
Evidentemente ha avuto il piacere di conoscere + e + persone che si sono distinte per la cortesia ed educazione.
ma mettiamo pure la foto senza dire nulla, senza precisare la provenienza, indica già quanto si sia poco credibili.

u velto ha detto...

ciao Anonimo, nessuna "sbadataggine ad hoc" ma solo un esempio tra i tanti di discriminazione su base etnica/razziale che colpisce le persone appartenenti alle minoranze sinte e rom.
Il fatto che il cartello sia stato scritto da una persona immigrata non cambia la questione, anzi si potrebbe affermare che amplifica la questione.
Non è stata messa una didascalia alla foto? Si, è indubbio e faremo ammenda.
Piacerebbe anche conoscere chi sia questo nostro affezionato lettore che giustamente ci viene a fare le pulci.

Anonimo ha detto...

Solo una domanda, secondo voi come mai ad una persona viene in mente di scrivere un cartello del genere?
Come mai non si scrive "vietato l'ingresso ai bambini maleducati" o "ai perditempo", ecc?
Domandarsi se forse questo cartello sia stato causato da qualcosa?
Non trovo che apporre un cartello così sia corretto ma trovo molto limitato chiudere l'argomento dando la definizione discriminante senza porsi altre domande.
Anche perchè capire dove nasce il problema (e non risolverlo con una sterile definizione) potrebbe aiutare a risolverlo con maggiore facilità

Carlo Berini ha detto...

La questione è molto semplice e si chiama etnicizzazione di un comportamento o di un reato.

La ragazza del negozio ha avuto delle esperienze negative con qualche persona che lei identifica come "zingari".

Invece di denunciare le singole persone che hanno compiuto un presunto reato nel suo negozio ha pensato di vietare l'ingresso a tutte le persone rom e sinte.

Come dire, se il sottoscritto entra in quel negozio e dichiara o fa intendere per l'abbigliamento che ha, di essere un mantovano e poi compio un furto; quella ragazza penserà di non far più entrare nessun mantovano. E lo farà in base al mio singolo comportamento.

Ma come tutti dovrebbero sapere la responsabilità è personale e non etnica o altro...

Quindi il problema nasce da un pensiero razzista che assomma il singolo comportamento a tutta una categoria di persone.

Un mantovano ruba = tutti i mantovani rubano...

Anonimo ha detto...

Mi scusi, ma lei crede veramente che sia bastato un singolo caso?
Se fosse come dice lei nei negozzi non dovrebbe poter entrare + nessuno,Gli anziani lenti, i ragazzi chiassosi e magari pure con le mani lunghe, le mamme con i bimbi maleducati, ecc.
Se realmente crede nel singolo caso che fa storia forse è un pò troppo credulone.
Le responsabilità sono personali e ne condivido pienamente il pensiero, ma è pure vero che questo unico essere che va in giro per l'italia a sputtanare tutti gli altri santi va fermato.
E si perchè quando fa comodo i sinti/rom sono pochi, ma se tanti casi singoli esistono e sono tutti bravi significa che c'è un unico essere che gira a sputtanare il buon nome di tanti!
Battute a parte non credo che basti un singolo caso a far mettere un cartello simile.

Carlo Berini ha detto...

Pensala come vuoi ma qualche volta mi piacerebbe parlare con una persona che si assuma la responsabilita di quello che afferma.
Grazie!!!

Anonimo ha detto...

Questa è comica, mi pongo a lei in maniera educate e le rispondo, o almeno mi sembra di farlo, nella stessa maniera.
Esprimo le mie opinioni senza per questo offendere nessuno e lei ora tira in ballo la questione "nome"?
Visto che qui siete in tanti a rispondere e lei è l'unico a non nascondersi dietro ad un nome collettivo, dica a chi dirige di dare il buon esempio e di firmare ad ogni risposta col proprio nome.
Detto questo, cosa cambia nei concetti espressi?
E' lei che vuole fermamente credere nel pregiudizio assoluto di questa donna che ha esposto questo cartello, anzi, magari è stata condizionata dalla gente italica profondamente razzista.
Ecco se avessi scritto queste amenità me le avrebbe applaudite fregandosene della firma in fondo.
Devo dire che la sua risposta è stata parecchio deludente!