I partecipanti all’incontro nazionale
delle Reti territoriali antidiscriminazioni,
organizzato dall’UNAR a Roma - 10 e 11 luglio 2012.
Premesso che:
La nascita delle Reti territoriali contro le discriminazioni – composte da Regioni, Province, Comuni e organizzazioni del terzo settore - ha segnato un passo concreto nella difesa dei diritti fondamentali e nella lotta all’esclusione sociale in Italia. Il modello proposto dall’UNAR, Ufficio nazionale antidiscriminazioni, che prevede un ruolo centrale per il sistema delle autonomie locali e dell’associazionismo, rappresenta una opportunità da valorizzare e potenziare per l’integrazione e il coordinamento dei diversi livelli territoriali, con competenze e sensibilità diverse e, per questo motivo, necessarie.
L’azione di prevenzione, contrasto e prima assistenza alle vittime di discriminazione che la Rete si propone di coordinare e gestire sui territori, è un elemento di rilievo nell’azione di riduzione del rischio di esclusione e conflitto sociale che il momento storico che viviamo genera ed amplifica.
Gli interventi contro tutte le forme di discriminazione, quindi, oltre ad essere elemento centrale di ogni strategia per il pieno rispetto dei diritti fondamentali della persona, sono strumento strategico per lo sviluppo sociale ed anche economico, così come opportunamente evidenziato dall’Unione Europea nella Strategia 2020. Ed infatti sono oggetto di impegni già sottoscritti dal nostro Paese, sia a livello comunitario che a livello nazionale, riconfermati dalla recente Direttiva ministeriale in materia di pari opportunità e lotta alle discriminazioni. A questo proposito richiamiamo, tra l’altro:
- La strategia nazionale di inclusione dei Rom, Sinti e Camminanti
- Il Piano nazionale di azione contro razzismo e xenofobia
- Il Programma per l’applicazione della Raccomandazione del Consiglio d’Europa su orientamento sessuale e identità di genere.
Questi piani di attività sono stati avviati negli ultimi mesi dall’UNAR e necessitano di impulso e coordinamento forte e di un altrettanto forte coinvolgimento delle autonomie locali e dell’associazionismo.
Di fronte a questa situazione i partecipanti all’incontro esprimono forte preoccupazione in merito ad alcune questioni:
1) Il drastico ridimensionamento dell’attuale struttura dell’UNAR, che può comportare l’interruzione del percorso avviato.
2) Gli interventi del Governo e del Parlamento sul sistema delle autonomie locali, che producono incertezza sull’assegnazione delle competenze specifiche relative alle pari opportunità e alla lotta contro le discriminazioni, oltre alla riduzione generale delle risorse a disposizione in ambiti importanti e contigui all’azione antidiscriminatoria, come quelli delle politiche sanitarie e sociali
3) Il particolare momento di transizione che sta vivendo la Rete, nata da non più di due anni, che ne rende fragile la struttura e bisognosa di interventi di supporto e coordinamento che non possono essere sostenuti solo dalle Regioni, dalle Province e dai Comuni ma che necessitano di indirizzo condiviso e coerente
Sulla base di queste preoccupazioni, e della necessità di avere certezze sul futuro della Rete e più in generale sull’azione dell’UNAR nell’ambito della tutela dei diritti fondamentali delle persone e della lotta contro ogni forma di discriminazione,
chiedono
al Segretario generale della Presidenza del Consiglio dei ministri ed al Capo Dipartimento Pari Opportunità:
- Il consolidamento del ruolo di coordinamento e di impulso che l’UNAR può e deve svolgere per la Rete e più in generale nell’ambito delle politiche di intervento contro tutte le forme di discriminazione
- La continuità nella disponibilità di risorse e nei rapporti costruiti con la rete
- La condivisione, accresciuta e potenziata, delle procedure e delle iniziative in questo ambito, ovviamente nel rispetto delle competenze specifiche di ciascun livello istituzionale ma nella direzione di ottimizzare l’uso delle risorse e la partecipazione alla Rete stessa
- La partecipazione della Rete ai tavoli di progettazione relativi ai Fondi strutturali e il pieno riconoscimento della Rete come uno dei soggetti a disposizione per l’attuazione delle politiche di pari opportunità per tutti e tutte e di lotta alle discriminazioni.
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