Martedì scorso la Comunità sinta
mantovana, guidata dall'associazione Sucar Drom, ha occupato
pacificamente il Consiglio comunale di Mantova per chiedere
l'introduzione nel Piano di Governo dl Territorio (PGT), in
discussione, di una norma contenuta nella legge regionale
sull'urbanistica. La norma sarebbe un passo concreto per chiudere
definitivamente il cosiddetto “campo nomadi”.
Il Consiglio comunale aveva già dato
l'ok, il giorno prima, all'introduzione di una norma che alla
chiusura dell'area di viale Learco Guerra trasformerà la stessa in
una struttura ricettiva per il turismo. Martedì doveva esserci il
secondo passaggio più importante che offrirebbe uno strumento
urbanistico indispensabile per la sistemazione delle proprietà già
acquistate dalle famiglie sinte e di quelle che stanno per essere
acquistate.
La norma, contenuta nella Legge
regionale 12/2005, è già stata inserita nei PGT di altri Comuni
lombardi, ma l'assessore comunale all'urbanistica Marco Cavarocchi,
pur mostrandosi molto disponibile, chiedeva che ci fosse una norma
nazionale. Impossibile da ottenere, anche volendo, perchè con la
riforma del Titolo V della Costituzione italiana, la competenza
urbanistica è passata alle Regioni che per l'appunto hanno
conseguentemente legiferato.
Durante la seduta del Consiglio
comunale frenetiche sono state le trattative tra componenti della
Giunta comunale (Sindaco compreso), i capi gruppo, i singoli
consiglieri e i Vice presidenti dell'associazione Sucar Drom, Yuri
Del Bar e Carlo Berini. Secondo indiscrezioni, durante un'estenuante
riunione di maggioranza con il Consiglio sospeso, il Sindaco avrebbe
tuonato: io seguo la legge regionale. Ma tutto è stato rimandato
perchè, complici altre criticità contenute nel PGT, la maggioranza
del Consiglio ha rimandato la discussione e l'approvazione definitiva
dello stesso PGT il 22 novembre prossimo. Di seguito il testo del
volantino che è stato distribuito a tutti i consiglieri comunali e
che sembra abbia convinto anche l'esponente leghista “duro e puro”,
Luca De Marchi.
La votazione definitiva del Piano di
Governo del Territorio è un momento importante che coinvolge tutta
la cittadinanza perchè programma e definisce il territorio in cui
viviamo.
L'esistenza a Mantova di un “campo
nomadi” è una ferita aperta perchè vede una parte di mantovani
segregati e ghettizzati dal resto della Città. In questi anni il
lavoro di mediazione e sostegno al lavoro ha portato all'uscita di
circa venticinque nuclei famigliari dall'area di viale Learco Guerra.
Nel Comune di Mantova l'abitare delle
famiglie sinte vede il prevalere nell'aspirazione dell'acquisto
diretto di una piccola proprietà immobiliare (terreno), dove poter
costruire dalle due alle cinque unità immobiliari (case mobili e
case prefabbricate in legno).
A partire dagli Anni Ottanta le
famiglie sinte, in stragrande maggioranza, hanno preferito spendersi
nell'acquisto di piccole proprietà immobiliari, dove poter riunire
la famiglia allargata; piuttosto che accedere a soluzioni abitative
quale l'alloggio ALER, uscendo così definitivamente da logiche
assistenzialistiche che costano a tutta la comunità.
Negli ultimi anni, per la modifica
della legislazione urbanistica, tali soluzioni sono andate in crisi,
frenando l'uscita di altri nuclei dall'area di viale Learco Guerra e
lasciando in un limbo urbanistico le famiglie che già vivono in
proprie proprietà private.
Il Consiglio comunale non può disinteressarsi di tanti mantovani e non recepire nel Documento di Piano del PGT una norma contenuta nella Legge Regionale 11 marzo 2005, n. 12, “Legge per il governo del territorio” (articolo 8, comma 2, e-ter) che costituisce un passaggio fondamentale di pianificazione urbanistica che può rimarginare quella ferita aperta che è il “campo nomadi”.
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