Sul sito della Fondazione Romanì leggo: «Per il presidente
della Fondazione romanì, è necessario “passare dalla mediazione
alla partecipazione attiva, dalla multiculturalità
all’interculturalità”. “Non può esserci mediazione a vita”,
ha aggiunto, ricordando il caso di un assessore di Mantova che dopo
20 anni di mediazione non ha rinnovato la convezione per la
mediazione culturale.». Dispiace
che il Presidente della Fondazione Romanì, dott. Nazzareno Guarnieri,
affermi pubblicamente delle falsità probabilmente frutto di
disinformazione data da una sua probabile lettura frettolosa di
articoli di stampa.
A
Mantova la convenzione per la mediazione culturale sulla Provincia di
Mantova è attiva dal 2001. Non sono quindi vent'anni. Gli obiettivi
principali della convenzione erano la chiusura del cosiddetto “campo
nomadi” di Mantova, la promozione delle culture sinte e rom,
l'inserimento lavorativo e l'antidiscriminazione. Tutti temi attuali
che vedono per altro la stessa Fondazione Romanì impegnata. Forse il dott. Nazzareno Guarnieri dimentica che è grazie proprio a quella
convenzione se si è riusciti nei passati anni a sostenere processi
di partecipazione attiva dei sinti e rom a cui anche lui
personalmente ha usufruito. Dispiace che oggi non riconosca nulla di
quanto ha usufruito sia lui che la sua associazione nei passati anni.
Rimango
a disposizione di qualsivoglia per partecipare ad un dibattito
pubblico sui temi della mediazione culturale e della partecipazione
attiva di sinti e rom di cui l'associazione Sucar Drom è stata in
Italia motore fondamentale. di Carlo Berini
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