L’associazione 21 luglio commette lo
stesso errore che pretende di correggere. Tutti i rom e sinti sono
uguali: o sono tutti nomadi o sono tutti stanziali. La realtà è
molto diversa e ben lo sanno rom e sinti stessi e le loro
associazioni.
Le leggi regionali non si possono
mettere tutte in un calderone e buttar via. Certo sono nate in tempi
diversi dagli attuali, rispecchiano esigenze in parte diverse dalle
attuali, ma una questione così importante e delicata meriterebbe
almeno un dibattito e un approfondimento serio tra Rom e Sinti prima
di fare qualsiasi proposta. Le diverse comunità di Rom e Sinti non
hanno le medesime esigenze. Il mondo dello spettacolo viaggiante dei
Sinti merita una attenzione particolare, così come i Sinti della MEZ
che non trovano ospitalità dai Comuni, o i Camminanti che vengono al
Nord e non trovano aree attrezzate, infine perfino l’idea stessa di
famiglia, di comunità dei Rom e dei Sinti è profondamente diversa
da quella della popolazione maggioritaria.
Tra l’altro
una campagna come quella proposta da 21 luglio non tiene conto del
problema fondamentale: le comunità rom e sinte di questo paese per
affrontare e risolvere il problema dei campi nomadi, quelli costruiti
alle periferie fisiche e spirituali delle città italiane, hanno
bisogno di risolvere prima di tutto il problema dell’emarginazione
sociale ed economica che le perseguita. Non è un caso che le stesse
comunità, sia dei campi regolari, sia di quelli spontanei sviluppino
forme di solidarietà e di mutuo sostegno che la dispersione delle
famiglie renderebbe impossibile.
Infine e soprattutto le soluzioni,
qualunque esse siano, devono essere costruite insieme a noi e non per
noi. Come diceva Gandhi: chi fa qualcosa per me senza di me è contro di me.
Un difetto di presunzione che caratterizza in fondo tutte le
associazioni non rom che si occupano di Rom e Sinti: pensano di
spiegarci come si deve vivere, ma non chiedono il nostro parere.
Sintomatica e grave è stata l’iniziativa di 21 luglio sulla legge
di riconoscimento della minoranza rom e sinti organizzata a Roma il
17 settembre con tanto di ministro Kyenge, di presidente di
commissione per i diritti umani del Senato e altri illustri
personaggi: aveva solo un difetto non c’era neppure un rom o un
sinto che potesse dire la sua. Noi non ci sentiamo e non siamo
inferiori, abbiamo la nostra cultura, le nostre tradizioni, abbiamo
il nostro punto di vista sulla vita e sul mondo. È ora che tutti
quelli che si occupano di noi ne tengano conto e soprattutto ci
facciano i conti.
La Comunità
europea nelle sue direttive e nei suoi programmi mette al primo posto
la partecipazione di Rom e Sinti e la stessa Strategia nazionale,
costruita con un confronto con le nostre federazioni, ha saputo tener
conto delle diverse articolazioni che il nostro mondo rappresenta.
Quindi prima di lanciare campagne a
senso unico, confrontatevi con noi e forse riusciremo a fare cose più
utili per le nostre comunità.
Altrimenti con
amarezza possiamo dire che lavorate contro di noi e che non è una
grande novità. di Federazione Nazionale Rom e Sinti Insieme, in
rappresentanza di 27 associazioni costituite da Rom e Sinti
2 commenti:
Benfatto..si conferma quello che ho scritto alcuni giorni fa..speriamo nella loro buona fede...e che tutti lavorino per questa causa giusta...
Sono sicuro della buona fede.
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