Ieri i 28 Stati membri dell’Unione
europea si sono impegnati ad attuare una serie di raccomandazioni
della Commissione europea per accelerare l’integrazione
socioeconomica delle minoranze sinte e rom. La raccomandazione del
Consiglio è stata adottata all’unanimità dai ministri, riuniti in
sede di Consiglio, meno di sei mesi dopo che era stata presentata la
proposta della Commissione (IP/13/607, MEMO/13/610). Questo è in
assoluto il primo strumento giuridico dell’UE per l’inclusione
dei rom e dei sinti. Con l’adozione della raccomandazione, gli
Stati membri si impegnano a prendere misure mirate per colmare il
divario fra i rom e il resto della popolazione.
“L’accordo odierno dimostra che gli
Stati membri sono fermamente intenzionati ad affrontare con
determinazione il problema dell’integrazione dei rom. I ministri
hanno espresso l’impegno unanime a migliorare concretamente la
situazione delle comunità rom”, ha dichiarato la Vicepresidente
Viviane Reding, Commissaria UE per la Giustizia. “Ora che gli Stati
membri dispongono degli strumenti fondamentali per l’integrazione
dei rom, è importante passare dalle parole ai fatti. Non esiteremo a
ricordare ai paesi dell’UE gli impegni assunti e ci accerteremo che
li rispettino.”
La raccomandazione del Consiglio su misure efficaci per l’integrazione dei rom e dei sinti negli Stati membri adottata oggi contiene orientamenti specifici per aiutare gli
Stati membri ad aumentare e accelerare gli sforzi. Gli Stati membri
sono esortati a prendere misure mirate per colmare il divario fra i
rom e il resto della popolazione. La raccomandazione potenzia il
Quadro dell’UE per le strategie nazionali di integrazione dei sinti
e dei rom, approvato da tutti gli Stati membri nel 2011 (IP/11/789),
definendo le condizioni per un’inclusione effettiva dei sinti e dei
rom negli Stati membri.
Ispirandosi alle relazioni sulla
situazione dei sinti e dei rom presentate negli ultimi anni dalla
Commissione, la raccomandazione si concentra sui quattro settori in
cui i dirigenti politici dell’UE si sono impegnati a conseguire
obiettivi comuni per l’integrazione dei rom e dei sinti nell’ambito
del Quadro dell’UE: l’accesso all’istruzione, all’occupazione,
all’assistenza sanitaria e all’alloggio. Per realizzare le azioni
previste, si chiede agli Stati membri di stanziare a favore
dell’inclusione dei sinti e dei rom non solo fondi dell’UE ma
anche fondi nazionali e del terzo settore, un fattore chiave
identificato dalla Commissione nella valutazione delle strategie
degli Stati membri presentata lo scorso anno (IP/12/499).
La raccomandazione offre inoltre
orientamenti agli Stati membri per quanto riguarda le politiche
trasversali di integrazione dei sinti e dei rom, ad esempio garantire
che le strategie siano locali, far rispettare le norme
antidiscriminazione, seguire un approccio orientato agli investimenti
sociali, proteggere minori e donne e combattere la povertà.
Prossime tappe. Anche se la
raccomandazione non è giuridicamente vincolante, ci si aspetta che
gli Stati membri adottino misure concrete per cambiare radicalmente
la situazione dei sinti e dei rom. Secondo la relazione sui progressi
realizzati presentata dalla Commissione a giugno, gli Stati membri
dovevano impegnarsi maggiormente per attuare le strategie nazionali
di integrazione dei Rom nell’ambito del Quadro dell’UE per le strategie nazionali di integrazione dei sinti e dei rom (si vedano leschede sui singoli paesi). La Commissione riferirà nuovamente sui
progressi degli Stati membri nella primavera del 2014.
Pur non essendo formalmente tenuto a
votare sulla questione, il Parlamento europeo ha appoggiato la
raccomandazione del Consiglio dopo il voto del 5 dicembre da parte
della commissione per le libertà civili (LIBE), la quale ha
approvato un progetto di risoluzione sui progressi nell’attuazione
delle strategie nazionali di integrazione dei sinti e dei rom in cui
si sottolineano il contributo delle autorità locali e regionali alla
definizione e all’attuazione delle politiche relative ai rom e
l’importanza di destinare risorse finanziarie sufficienti alle
politiche di inclusione dei sinti e dei rom. La risoluzione dovrebbe
essere approvata dal Parlamento europeo in sessione plenaria
all’inizio del 2014.
La Commissione, da parte sua,
continuerà a valutare i progressi compiuti nelle relazioni sui sinti
e sui rom presentate ogni anno a primavera. Le conclusioni di queste
relazioni alimenteranno anche il processo del semestre europeo per il
coordinamento delle politiche economiche. A maggio 2013, basandosi
sulla proposta della Commissione, il Consiglio ha rivolto a cinque
Stati membri (Bulgaria, Repubblica ceca, Ungheria, Romania e
Slovacchia), nell’ambito del semestre europeo, raccomandazioni specifiche per paese su questioni relative ai sinti e ai rom. Questo
ciclo annuale garantisce che l’integrazione dei sinti e dei rom
rimanga costantemente e saldamente nell’agenda europea.
Contesto. L’integrazione dei rom e
dei sinti è nell’interesse degli Stati membri, specialmente di
quelli che contano numerose minoranze sinte e rom. Sinti e rom
rappresentano una proporzione significativa e crescente della
popolazione in età scolare e della futura forza lavoro. Per
consentire alle minoranze sinte e rom di realizzare il loro
potenziale e di partecipare attivamente alla società su un piede di
parità, è fondamentale predisporre politiche di attivazione del
lavoro e servizi personalizzati e accessibili di sostegno per i rom e
i sinti in cerca di lavoro.
Nella relazione del 2013 la Commissione
europea invitava gli Stati membri dell’UE ad attuare le loro
strategie nazionali per migliorare l’integrazione economica e
sociale dei Rom e dei Sinti in Europa. I piani degli Stati membri
sono stati elaborati in risposta al Quadro dell’UE per le strategie
nazionali di integrazione dei Rom, adottato il 5 aprile 2011
(IP/11/400, MEMO/11/216) e approvato dai leader dell’UE nel giugno
2011 (IP/11/789).
Gli Stati membri possono utilizzare i
fondi strutturali dell’UE per finanziare progetti volti, tra
l’altro, a migliorare l’integrazione dei sinti e dei rom in
settori quali l’istruzione, l’occupazione, l’alloggio e la
sanità. Complessivamente, nel periodo 2007-2013 sono stati messi a
disposizione 26,5 miliardi di euro per progetti di inclusione
sociale. Gli Stati membri sono responsabili della gestione di questi
fondi e provvedono a selezionare i progetti specifici. La maggior
parte dei finanziamenti non è necessariamente riservata alle
comunità sinte e rom, ma serve a sostenere progetti rivolti a tutti
i gruppi socialmente esclusi. Per avere un quadro più chiaro della
situazione, la Commissione ha chiesto agli Stati membri di
predisporre punti di contatto nazionali che agevolino la
programmazione dell’uso dei fondi, in collaborazione con le
autorità locali e regionali.
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