martedì 10 dicembre 2013

Rom e Sinti, adottato il primo strumento giuridico dell’UE

Ieri i 28 Stati membri dell’Unione europea si sono impegnati ad attuare una serie di raccomandazioni della Commissione europea per accelerare l’integrazione socioeconomica delle minoranze sinte e rom. La raccomandazione del Consiglio è stata adottata all’unanimità dai ministri, riuniti in sede di Consiglio, meno di sei mesi dopo che era stata presentata la proposta della Commissione (IP/13/607, MEMO/13/610). Questo è in assoluto il primo strumento giuridico dell’UE per l’inclusione dei rom e dei sinti. Con l’adozione della raccomandazione, gli Stati membri si impegnano a prendere misure mirate per colmare il divario fra i rom e il resto della popolazione.

“L’accordo odierno dimostra che gli Stati membri sono fermamente intenzionati ad affrontare con determinazione il problema dell’integrazione dei rom. I ministri hanno espresso l’impegno unanime a migliorare concretamente la situazione delle comunità rom”, ha dichiarato la Vicepresidente Viviane Reding, Commissaria UE per la Giustizia. “Ora che gli Stati membri dispongono degli strumenti fondamentali per l’integrazione dei rom, è importante passare dalle parole ai fatti. Non esiteremo a ricordare ai paesi dell’UE gli impegni assunti e ci accerteremo che li rispettino.”

La raccomandazione del Consiglio su misure efficaci per l’integrazione dei rom e dei sinti negli Stati membri adottata oggi contiene orientamenti specifici per aiutare gli Stati membri ad aumentare e accelerare gli sforzi. Gli Stati membri sono esortati a prendere misure mirate per colmare il divario fra i rom e il resto della popolazione. La raccomandazione potenzia il Quadro dell’UE per le strategie nazionali di integrazione dei sinti e dei rom, approvato da tutti gli Stati membri nel 2011 (IP/11/789), definendo le condizioni per un’inclusione effettiva dei sinti e dei rom negli Stati membri.


Ispirandosi alle relazioni sulla situazione dei sinti e dei rom presentate negli ultimi anni dalla Commissione, la raccomandazione si concentra sui quattro settori in cui i dirigenti politici dell’UE si sono impegnati a conseguire obiettivi comuni per l’integrazione dei rom e dei sinti nell’ambito del Quadro dell’UE: l’accesso all’istruzione, all’occupazione, all’assistenza sanitaria e all’alloggio. Per realizzare le azioni previste, si chiede agli Stati membri di stanziare a favore dell’inclusione dei sinti e dei rom non solo fondi dell’UE ma anche fondi nazionali e del terzo settore, un fattore chiave identificato dalla Commissione nella valutazione delle strategie degli Stati membri presentata lo scorso anno (IP/12/499).

La raccomandazione offre inoltre orientamenti agli Stati membri per quanto riguarda le politiche trasversali di integrazione dei sinti e dei rom, ad esempio garantire che le strategie siano locali, far rispettare le norme antidiscriminazione, seguire un approccio orientato agli investimenti sociali, proteggere minori e donne e combattere la povertà.

Prossime tappe. Anche se la raccomandazione non è giuridicamente vincolante, ci si aspetta che gli Stati membri adottino misure concrete per cambiare radicalmente la situazione dei sinti e dei rom. Secondo la relazione sui progressi realizzati presentata dalla Commissione a giugno, gli Stati membri dovevano impegnarsi maggiormente per attuare le strategie nazionali di integrazione dei Rom nell’ambito del Quadro dell’UE per le strategie nazionali di integrazione dei sinti e dei rom (si vedano leschede sui singoli paesi). La Commissione riferirà nuovamente sui progressi degli Stati membri nella primavera del 2014.

Pur non essendo formalmente tenuto a votare sulla questione, il Parlamento europeo ha appoggiato la raccomandazione del Consiglio dopo il voto del 5 dicembre da parte della commissione per le libertà civili (LIBE), la quale ha approvato un progetto di risoluzione sui progressi nell’attuazione delle strategie nazionali di integrazione dei sinti e dei rom in cui si sottolineano il contributo delle autorità locali e regionali alla definizione e all’attuazione delle politiche relative ai rom e l’importanza di destinare risorse finanziarie sufficienti alle politiche di inclusione dei sinti e dei rom. La risoluzione dovrebbe essere approvata dal Parlamento europeo in sessione plenaria all’inizio del 2014.

La Commissione, da parte sua, continuerà a valutare i progressi compiuti nelle relazioni sui sinti e sui rom presentate ogni anno a primavera. Le conclusioni di queste relazioni alimenteranno anche il processo del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche. A maggio 2013, basandosi sulla proposta della Commissione, il Consiglio ha rivolto a cinque Stati membri (Bulgaria, Repubblica ceca, Ungheria, Romania e Slovacchia), nell’ambito del semestre europeo, raccomandazioni specifiche per paese su questioni relative ai sinti e ai rom. Questo ciclo annuale garantisce che l’integrazione dei sinti e dei rom rimanga costantemente e saldamente nell’agenda europea.

Contesto. L’integrazione dei rom e dei sinti è nell’interesse degli Stati membri, specialmente di quelli che contano numerose minoranze sinte e rom. Sinti e rom rappresentano una proporzione significativa e crescente della popolazione in età scolare e della futura forza lavoro. Per consentire alle minoranze sinte e rom di realizzare il loro potenziale e di partecipare attivamente alla società su un piede di parità, è fondamentale predisporre politiche di attivazione del lavoro e servizi personalizzati e accessibili di sostegno per i rom e i sinti in cerca di lavoro.

Nella relazione del 2013 la Commissione europea invitava gli Stati membri dell’UE ad attuare le loro strategie nazionali per migliorare l’integrazione economica e sociale dei Rom e dei Sinti in Europa. I piani degli Stati membri sono stati elaborati in risposta al Quadro dell’UE per le strategie nazionali di integrazione dei Rom, adottato il 5 aprile 2011 (IP/11/400, MEMO/11/216) e approvato dai leader dell’UE nel giugno 2011 (IP/11/789).

Gli Stati membri possono utilizzare i fondi strutturali dell’UE per finanziare progetti volti, tra l’altro, a migliorare l’integrazione dei sinti e dei rom in settori quali l’istruzione, l’occupazione, l’alloggio e la sanità. Complessivamente, nel periodo 2007-2013 sono stati messi a disposizione 26,5 miliardi di euro per progetti di inclusione sociale. Gli Stati membri sono responsabili della gestione di questi fondi e provvedono a selezionare i progetti specifici. La maggior parte dei finanziamenti non è necessariamente riservata alle comunità sinte e rom, ma serve a sostenere progetti rivolti a tutti i gruppi socialmente esclusi. Per avere un quadro più chiaro della situazione, la Commissione ha chiesto agli Stati membri di predisporre punti di contatto nazionali che agevolino la programmazione dell’uso dei fondi, in collaborazione con le autorità locali e regionali.


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