Il Porrajmos in Italia indica la
persecuzione subita dalle minoranze linguistiche sinte e rom durante
il fascismo. Gli studi su questa pagina di storia italiana risalgono
appena all’ultimo decennio ed il progetto Memors è la prima
ricerca organica su questa tematica.
A partire dagli Anni Venti, la politica
fascista si è progressivamente radicalizzata delineando quattro
periodi di riferimento:
- 1922-1938: i respingimenti e
l’allontanamento forzato di rom e sinti stranieri (o presunti tali)
dal territorio italiano;
- 1938-1940: gli ordini di pulizia
etnica ai danni di tutti i sinti e rom presenti nelle regioni di
confine ed il loro confino in Sardegna;
- 1940-1943: l’ordine di arresto di
tutti i rom e sinti (di cittadinanza straniera o italiana) e la
creazione di specifici campi di concentramento fascisti a loro
riservati sul territorio italiano;
- 1943-1945: l’arresto di sinti e rom
(di cittadinanza straniera o italiana) da parte della Repubblica
Sociale Italiana e la deportazione verso i campi di concentramento
nazisti.
L’intero percorso verso la
persecuzione di rom e sinti in Italia è stato supportato dagli studi
di docenti universitari, tra i quali Guido Landra, che elaborarono e
diffusero i concetti relativi alla pericolosità razziale di queste
minoranze linguistiche.
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