martedì 7 aprile 2015

Mantova, parte la raccolta firme con Quaderni Gitani

Il 9 aprile 2015, dalle ore 21, presso il Cinema del Carbone a Mantova in occasione della “Giornata internazionale del popolo rom e sinti”, si terrà la raccolta firme della campagna per il riconoscimento della minoranza dei rom e dei sinti. Di seguito la proiezione di Quaderni Gitani.

In tutta Italia si aprono i banchetti per raccogliere le 50.000 firme necessarie per portare in Parlamento la proposta di legge di iniziativa popolare "NORME PER LA TUTELA ELE PARI OPPORTUNITA’ DELLA MINORANZA STORICO-LINGUISTICA DEI ROM EDEI SINTI" che vuole:
- realizzare gli articoli 3 e 6 della Costituzione che prevedono la pari dignità sociale e l’eguaglianza davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di etnia, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali;
- la tutela di tutte le minoranze storico-linguistiche con apposite norme;
- contrastare discriminazione e pregiudizio nei confronti della minoranza rom e sinta che sono causa della scarsa integrazione nella società e soprattutto della marginalizzazione sociale ed economica anche per il loro mancato riconoscimento istituzionale come minoranza.

Durante la serata saranno proiettati Quaderni Gitani:

Japigia Gagi (2003, 59’)
Opera prima di Giovanni Princigalli, premiato dalla society of visual anthropology, è un documentario realizzato vivendo per più di un anno in un campo illegale di baracche ai margini del rione Japigia di Bari: matrimoni, sogni, lotte, resistenze, diritti, vita e fine di una comunità ai margini di una periferia urbana.

La Mela Rossa (2014, 20’)
Una docufiction premiata ai rencontres cinématographiques de Dignes-les-Bains. Racconta di un primo giorno di scuola e di un primo amore e la scoperta del razzismo. Due ragazzini Rom interpretano loro stessi, improvvisano e reinventano il loro quotidiano, tra le baracche, l’autostrada e gli alti palazzi della periferia. La spiaggia è il loro rifugio, dove vanno ad elemosinare ma anche a giocare tra i rumori ed i suoni del vento e del mare.

Ligia (2014, 21’)
Ritratto di Ligia, moglie del portavoce della comunità, che racconta della figlia in prigione, della vita nei campi e del desiderio di avere un casa di 15 anni passati nelle baracche.

Hanno aderito e sostengono la proposta delle 43 associazioni rom e sinte, depositarie della proposta di legge, forze politiche e sociali nazionali – ARCI,CGIL, UIL, Partito Radicale, Rifondazione Comunista – e personalità della cultura e dell’impegno civile e sociale – tra gli altri Paolo Bonetti, Giancarlo De Cataldo, Furio Colombo, Giacomo Costa, Roberto Escobar, Dori Ghezzi, Dario Fo, Luigi Manconi, Moni Ovadia, Marco Pannella, Marco Revelli, Paolo Rossi, Barbara Spinelli, Antonio Tosi, Tommaso Vitale, Alex Zanotelli.

10 commenti:

rubri ha detto...

Per molti aspetti è una buona legge, però...

2. Lo svolgimento, in luogo pubblico, anche all'interno di tecnostrutture e con la partecipazione di persone viaggianti su unità abitative mobili, di riunioni per motivi religiosi o di culto, destinate a persone appartenenti alla minoranza dei Rom e dei Sinti, è soggetto soltanto all'obbligo di preavviso all'autorità di pubblica sicurezza da parte del ministro di culto e alle altre norme previste dagli articoli 25, 26 e 27 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, di cui al regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, e dalle relative norme di attuazione, in deroga ad ogni altra norma in materia di circolazione stradale o di occupazione di spazi pubblici, ferma l'esenzione prevista dalle norme vigenti in materia di tassa per l'occupazione di spazi e aree pubbliche in riferimento alle occupazioni temporanee del suolo da parte di enti religiosi per l'esercizio di culti.

Chi non è Rom o non è Sinti ha gli stessi diritti? La libertà di culto non deve essere uguale per tutti?

Continuando...

Mettiamo in relazione questa proposta di legge con la legge 482.
Voi scrivete:
1. In analogia con quanto previsto dall'articolo 14 della legge 15 dicembre 1999, n. 482, lo Stato, le regioni, le province autonome di Trento e di Bolzano e gli enti locali in cui siano presenti persone appartenenti alla minoranza dei Rom e dei Sinti prevedono nei loro bilanci, in base a criteri oggettivi, provvidenze per l'editoria, per gli organi di stampa e per le emittenti radiotelevisive a carattere privato che utilizzino la loro lingua, nonché per le associazioni rappresentative della minoranza dei Rom e dei Sinti e per gli enti ed associazioni che operino a tutela di tale minoranza linguistica.

La legge 842 dice:
1. Nell'ambito delle proprie disponibilità di bilancio le regioni e le province in cui siano presenti i gruppi linguistici di cui all'articolo 2 nonché i comuni ricompresi nelle suddette province possono determinare, in base a criteri oggettivi, provvidenze per l'editoria, per gli organi di stampa e per le emittenti radiotelevisive a carattere privato che utilizzino una delle lingue ammesse a tutela, nonché per le associazioni riconosciute e radicate nel territorio che abbiano come finalità la salvaguardia delle minoranze linguistiche.

Voi scrivete che lo Stato, le regioni e le province PREVEDONO provvidenze.
La legge 482 dice che le regioni e le province POSSONO DETERMINARE provvidenze.
Per voi lo Stato PREVEDE provvidenze, mentre per le altre minoranze le regioni POSSONO determinare provvidenze.

Inoltre, alle altre minoranze ci pensano le regioni e le province e invece a voi ci pensa lo Stato.

Poi scrivete che prevedono PROVVIDENZE per le ASSOCIAZIONI RAPPRESENTATIVE della minoranza dei Rom e dei Sinti e per gli ENTI ed ASSOCIAZIONI che operino a tutela di tale minoranza linguistica.

Invece la legge 482 dice che possono determinare PROVVIDENZE per le ASSOCIAZIONI RICONOSCIUTE e RADICATE nel territorio che abbiano come finalità la salvaguardia delle minoranze linguistiche.

u velto ha detto...

Preliminarmente è da sottolineare che le minoranze maggiori, quali la tedesca e la slovena, hanno un corpus legislativo ad hoc perchè ritengono la 482/99 insufficente.
E' poi da rilevare che le persone appartenenti alle minoranze sinte e rom, a differenza delle altre minoranze, subiscono violente campagne stampa e politiche che creano forti stereotipi e pregiudizi. Se i dispositivi di legge non sono impositivi, la legge non viene mai applicata. Ne sono un esempio le leggi regionali e la legge 337/68 per lo spettacolo viaggiante largamente inapplicate.

rubri ha detto...

Se la metti così, allora contate quante volte un discorso di Salvini contiene la parola odio o razzismo e poi contate quante parole odio e razzismo sono contenute nei messaggi che scrivete voi di u velto.
Per esempio, perché quando Salvini dice che bisogna dare alle persone sei mesi di tempo per trovare una sistemazione a proprie spese e dopo bisogna abbattere i campi con le ruspe, voi ripetete solo "le ruspe! le ruspe!". Dov'è la buona informazione che voi di u velto auspicate?

Anonimo ha detto...

Rubri perdi tempo.
Questo è un covo di fanatici che non risponde alle domande.
Giustifica l'ingiustificabile, e nasconde lo sozzume che anche loro contribuiscono a lasciare.
Qui c'è gente che ha un lavoro grazie all'esistenza dei Rom come problema.
Tu pensa che tanti rom vivono nelle nostre città in maniera perfettamente armoniosa, questi non vengono mai portati come esempi da questi signori.
Loro rispondono a Salvini con la stessa musica, anzi peggio perchè loro dovrebbero essere contro le discriminazioni ed invece sono i primi a discriminare.
Non sanno neppure loro cosa vogliono, alcuni definiscono discriminazione utilizzare il termine "zingaro" altri vorrebbero che fosse usato.
Di fatto la discriminazione è nei loro occhi che cercano ovunque un appiglio.
Pensa che sui fatti di Roma hanno provato a rigirare la frittata e dare la colpa alla polizia municipale che li ha inseguiti!!!
Dove andremo a finire!!!!
Di fatto questo problema è fonte di tanto lavoro, secondo me se andiamo a contare i vari mediatori culturali, ecc troviamo che sono più dei rom stessi!

rubri ha detto...

Hai ragione Anonimo. Loro rispondono a Salvini con la stessa musica che ha portato a questa situazione. Non trovi anche tu che sia un po' di tancredismo in questo?Dall'India fino ai giorni nostri, non ti sembra che si ripresenti oggi la stessa situazione delle caste? Primi i sacerdoti, poi i guerrieri, poi gli artigiani e poi gli ultimi, gli intoccabili?
Detto questo, comprendo bene che non è il caso che io perda altro tempo. Confido nei nostri deputati italiani che sapranno aggiustare questa legge in favore degli ultimi, quelli veri.

u velto ha detto...

Commenti off topic. Vi preghiamo di postarli nei post dove parliamo di Salvini. Grazie

rubri ha detto...

Prego. U velto, la minoranza tedesca nel passato faceva parte dell'Austria-Ungheria. L'Italia durante la guerra ha vinto contro l'Austria-Ungheria e ha preso un po' dei suoi territori. Le persone che alla sera erano austro-ungariche alla mattina erano diventate italiane e dovevano parlare la lingua ufficiale che era l'italiano ma la loro madrelingua era tedesca.
I Sinti e i Rom sono venuti in Italia perché hanno deciso loro di venire in Italia. A differenza della minoranza tedesca, l'Italia non ha invaso i territori dei Sinti e dei Rom.
L'unica cosa che accomuna la minoranza di lingua tedesca con i Sinti e i Rom è parlare una madrelingua diversa dalla lingua italiana. Alla minoranza tedesca l'italiano era stato imposto perché l'Italia aveva occupato i suoi territori, quindi l'Italia ha fatto una legge per rimediare. Ai Sinti e ai Rom non è stato imposto di parlare l'italiano perché sono stati i Sinti e i Rom a decidere di venire in Italia. Se tu vai in un altro Stato ti adegui a parlare la lingua di quello stato. Non ti pare?

u velto ha detto...

Rilevato che in Italia le minoranze riconosciute per legge sono 12 e non la sola minoranza tedesca, se utilizziamo il metro storico dobbiamo decidere da quando partire. Perchè anche i madrelingua tedesca non sono nell'Italia che conosciamo oggi da sempre. Noi pensiamo che il metro da utilizzare sia quello di verificare chi era presente in Italia prima del 1861 e i sinti e rom erano in Italia già da qualche secolo. Da un giorno all'altro i sinti e rom si sono trovati ad essere italiani, come per esempio i catalani, gli albanesi e i greci. Italiani preseguitati durante il fascismo con apposite norme e provvedimenti che li hanno portati, un unicum tra le minoranze linguistiche, ad essere rinchiusi in appositi campi di concentramento. E con la formazione della Repubblica di Salò inviati nei campi di sterminio. Ma ad oggi oltre a non aver avuto nessun risarcimento dallo Stato italiano, non sono ancora neppure riconosciuti come minoranza.

rubri ha detto...

Ti ricordo che l'Italia è stata fatta per forza senza chiedere a quelli che l'abitavano se volevano far parte di un unico Stato e se volevano parlare un'unica lingua. Fare l'Italia è stata una decisione di pochi. Dopo il 1861 i dialetti hanno ceduto alla lingua italiana, che era per lo più formata dal fiorentino, la lingua di Dante Alighieri. Per molto tempo però la madrelingua era il dialetto per la maggior parte delle persone. Forse l'effettiva unificazione della lingua è stata fatta dalla televisione, per esempio con un programma che insegnava l'Italiano e grazie a cui molti hanno potuto prendere la licenza scolastica elementare (dato che a quei tempi la frequenza scolastica degli Italiani era molto bassa).
Da un giorno all'altro anche i Siciliani - che forse non volevano - sono diventati Italiani. Anche i Napoletani e i Veneti per esempio. Allora vuoi usare il metro storico anche per loro?

rubri ha detto...

Domando scusa se mi sovrappongo con un altro commento, con questo posdatato post scriptum.
Forse la soluzione non è così lontana come poteva sembrare. I Sinti e i Rom non hanno un territorio perché gli è stata tolta la possibilità di radicarsi in un territorio. Se le cose stanno così, allora anche loro hanno diritto come hanno diritto gli abitanti del Ttrentino Alto Adige di lingua tedesca. I Sinti e i Rom di madrelingua originaria diversa dall'Italiano potevano stanziarsi in un territorio ma sono stati allontanati da quel territorio. Agli abitanti di madrelingua tedesca del Trentino Alto Adige lo Stato italiano ha preso i territori, ai Sinti e i Rom di madrelingua originaria che sono stati cacciati dai territori in cui loro si stanziavano lo Stato italiano ha preso i territori. Non si può affermare che i Sinti e i Rom non si sarebbero mai stanziati in un territorio, anche perché è invece dimostrato che la maggior parte dei Rom abruzzesi si è stanziata da molto tempo in Abruzzo; quindi mi pare che affermazioni come: "I nomadi devono nomadare" oppure: "Non si vogliono integrare" siano illazioni. Allora, secondo me, visto che agli abitanti di madrelingua Tedesca del Trentino Alto Adige ai quali lo Stato italiano ha preso i territori sottraendoli all'Austria è stato riconosciuto il diritto alla propria madrelingua, allo stesso modo visto che ai Sinti e i Rom di madrelingua originaria lo Stato italiano ha preso i territori in cui loro erano stanziati, lo Stato deve riconoscere il diritto alla loro madrelingua originaria. Le prove che i Sinti e i Rom sono stati privati dei loro territori si trovano da anni su tutti i giornali, nelle delibere comunali ed è ancora più evidente guardando i così detti campi nomadi (tra l'altro, come ho scritto, è mio parere che la volontà dei Sinti e dei Rom di essere nomadi - e di "nomadare" - non può essere provata perché non si fa la storia con i se e con i ma; non si può affermare che i Sinti e i Rom, se non fossero stati cacciati, se ne sarebbero andati da soli; se no, se da loro stessi se ne volevano andare, a cosa servivano le delibere e gli sgomberi che sono fioriti in tutti questi anni?).
Secondo me, per ottenere lo status di minoranza, ci sono sia la madrelingua sia la sottrazione dei territori, proprio come la minoranza tedesca. Ritratto quindi la mia affermazione dell'altro commento in cui dicevo che l'unica uguaglianza fosse la madrelingua, e dico che secondo me ai Sinti e ai Rom sono stati sottratti i territori in cui non è escluso si sarebbero insediati e dove avrebbero messo radici, come ci sono esempi in tutta l'Italia, in Abruzzo in particolare, ma anche in Piemonte, in Veneto, nel Trentino, possono essere d'esempio perfino i Camminanti che, benché il loro nome dia l'idea del cammino, sono definiti dalla loro regione.
Quindi ben venga che alla minoranza siano riconosciuti i diritti della madrelingua originaria, in egual modo come per tutte le minoranze, con particolare merito alle realtà che sono riuscite a radicarsi nel territorio.
Ciao ciao.