La manifestazione di Bologna è stata
un grande successo creato dai due più importanti leader sinti in
Italia, Davide Casadio dell'associazione Sinti Italiani e Radames
Gabrielli dell'associazione Nevo Drom. Una manifestazione voluta per
affermare in Italia che i sinti esistono e che sono pronti a scendere
in piazza con la società civile per dire basta al razzismo e alla
xenofobia contro i sinti e i rom.
Inevitabilmente ci sono stati degli
attacchi strumentali da parte delle forze politiche xenofobe, quali
la Lega Nord, Fratelli d'Italia e Forza Nuova. Era prevedibile che
chi alimenta il razzismo in Italia sia rimasto in un angolo della
Bologna solidale, starnazzando e insultando centinaia e centinaia di
persone che chiedevano rispetto.
Quello che però alcuni non hanno
ancora capito è che la ledership sinta ha compiuto un atto politico
e come qualsiasi atto politico ha avuto ed avrà forti opposizioni
perchè punta a creare uno spazio che inevitabilmente sarà tolto ad
altre persone che dovranno per questo limitare il proprio agire.
Un atto politico che si è potuto
concretizzato perchè la leadership sinta è probabilmente l'unica ad
essere rappresentativa in Italia, come si è dimostrato a Milano nel
febbraio 2009, a Roma nel novembre 2011 e a Bologna il 16 maggio.
Rappresentativa perchè ha una base solida che è pronta a muoversi
da tutta l'Italia e perchè è riuscita a creare una rete di
associazioni locali che è forse unica in Europa.
Un atto politico che non vuole dividere
i sinti dai rom, come alcuni pensano e scrivono. Ma un atto politico
per riequilibrare la leadership in Italia della minoranza sinta e
rom, oggi troppo sbilanciata a favore dei leader rom che in queste
settimane, seppur visibili sui media, non sono stati ritenuti capaci
dai sinti di affrontare la campagna xenofoba e razzista in atto.
Di fronte all'incapacità di mettere un
argine a quello che sta succedendo in Italia, la leadership sinta si
è mobilitata per dare un segnale forte e far sentire la propria voce
in Italia per dire no al razzismo che colpisce la minoranza sinta e
rom.
Gli interventi sul palco a Bologna
hanno rimarcato tutti il no al razzismo che colpisce la minoranza
sinta e rom. I leader sinti in questo, a differenza di alcuni leader
rom, sono molto attenti a non escludere. Chiedono con forza che
quando si parla in pubblico bisogna sempre citare sia i sinti che i
rom. Ma rivendicano anche che i sinti vogliono sentire pubblicamente
la voce dei loro leader.
E' necessario che tutti se ne facciano
una ragione i sinti esistono. C'è in Italia, come in Germania,
un'unica minoranza, formata da due comunità i sinti e i rom, eguali
e di pari dignità. E ogni volta che un leader rom farà un
intervento pubblico senza rimarcare questa realtà, creerà
inevitabilmente un solco che domani potrà diventare incolmabile. di
Carlo Berini
3 commenti:
OK, i sinti esistono. Bravissimi a farvi sentire. Però anch'io esisto. Tutti esistono. Se io mi raduno insieme con altre persone possiamo dire che siamo una minoranza come si dice per i sinti o i rom? Allora che cosa cambia? Secondo me gli italiani sinti si radunano come può fare qualsiasi altro gruppo di persone. Per esempio se io insieme con altre persone mi radunassi e dicessi che siamo una minoranza da tutelare, avremmo anche noi il diritto di essere tutelati?
Grazie e saluti.
La costituzione prevede con l'Articolo 6 la tutela per le minoranze storico linguistiche. Qunidi minoranze ben identificate storicamente e parlanti una lingua propria.
Art. 6
La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche.
Non tutte le minoranze linguistiche sono tutelate. Il Piemontese e il Veneto mi pare siano tutelati solo a livello regionale.
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