Martedì 30 giugno il Consiglio
regionale della Lombardia ha abrogato la Legge n. 77/89 “azione
regionale per la tutela delle popolazioni appartenenti alle etnie
tradizionalmente nomadi e seminomadi”. La delegazione della Lega
Nord in Consiglio regionale dopo l'approvazione si è messa in posa
per una foto di gruppo intorno ad una ruspa giocattolo. Una foto che
conserveremo per far conoscere ai posteri che in Lombardia nel 2015
esisteva il razzismo.
Martedì 7 luglio la Lega nord ha
avviato formalmente in Consiglio regionale del Veneto l’iter per
l’abrogazione della legge che tutela Rom e Sinti, (la 54/1989). “La
realtà dei fatti - spiega il capogruppo leghista presentatore
dell’istanza -, inutile nasconderselo, è che i loro costumi
rappresentano fonte di disagio sociale”.
La lega Nord sta abrogando nelle due
regioni in cui governa leggi non finanziate da quindici anni, ma che
pur con limiti avevano supplito alla mancanza di una norma nazionale
per la tutela delle persone appartenenti alla minoranza rom e sinta.
Negli obbiettivi queste leggi avevano: la promozione della
partecipazione dei rom e dei sinti alla predisposizione degli
interventi; lo studio e la conoscenza della cultura; la tutela della
lingua; l'accesso ai servizi sociali e sanitari; favorire rapporti
con le comunità locali ed a migliorare le interrelazioni con le
istituzioni pubbliche per una più ampia tutela sociale nel rispetto
della identità culturale dei sinti e rom.
Evidentemente è questa impostazione
che ha spinto i leghisti lombardo-veneti a determinare un vuoto
legislativo con effetti negativi per le politiche locali e creando
una situazione legislativa assurda: da una parte si abroga da
un’altra parte come in Emilia-Romagna si approvano nuove leggi.
Una ragione di più per sostenere
l’approvazione di una legge nazionale che dia una soluzione
organica e per evitare che i vuoti creati vengano riempiti con
qualcosa che coincida con un’impostazione fondata sull’immagine
di un mezzo, la ruspa, capace solo di distruggere non solo i campi ma
il futuro di persone appartenenti alla più antica e numerosa
minoranza italiana e anche il buon senso collettivo.
Nel 2008 l’ondata emotiva provocata
dall’omicidio Reggiani a Roma (che pure non fu opera di un rom) fu
utilizzata dal ministro Maroni per decretare l'“emergenza nomadi”
con i commissari speciali in 5 regioni, il censimento etnico, i
regolamenti speciali, emergenza dichiarata due anni fa illegittima
dal Consiglio di Stato.
Nel 2015 la infinita campagna d’odio
di cui la Lega s’è fatta protagonista, sostenuta da
un’informazione molte volte connivente (fino al punto di arrivare a
costruire falsi mostri) ha scavato nella coscienza collettiva un
solco di paura che alimenta un esplicito razzismo i cui primi
pericolosi frutti si colgono negli attacchi ai campi rom (a Torino, a
Roma, a Genova) e il cui rischio maggiore è che la ruspa di Salvini
stia vincendo nella società e nella politica.
Rom e sinti diventano oggi, insieme con
i migranti, la misura e nello stesso tempo l’antidoto al razzismo
emergente e la ragione per la politica di recuperare le ragioni
fondamentali della convivenza civile fondata su reciproco
riconoscimento e rispetto.
Le 43 associazioni che hanno proposto
la legge di iniziativa popolare per il riconoscimento giuridico della
minoranza dei rom e dei sinti non chiedono solo di applicare gli
articoli 3 e 6 della costituzione italiana con una legge nazionale
che colmi il vuoto legislativo e contrasti l’emarginazione sociale
e civile delle comunità rom e sinte con percorsi di inclusione
fondati su pari opportunità, stessi diritti, stessi doveri, stessa
dignità. Ma con questa proposta offrono l’occasione per avviare
una riflessione seria sui rischi a cui è esposta la nostra società
se non è in grado di riconoscere e tutelare le minoranze che la
com-pongono e per contrastare nella società e nella politica le
campagne d’odio e di discriminazione e il crescente razzismo che
oscura il futuro del nostro Paese.
Nevo Drom, Upre Roma, Sinti Italiani
Vicenza, Sucar Drom, Consulta Rom e Sinti di Milano, Museo del
Viaggio “Fabrizio de André”, Sinti Italiani Busto Arsizio, Thèm
Romanò Reggio Emilia, Romano pala tetehara, Romano Ilo, Romano Buci,
Rom e gagi insieme, Sinti Italiani Brescia, Sinti Italiani Milano
Lambrate, Sucar Mero, Sinti Italiani Pavia, Sinti nel Mondo, Sinti
Italiani Bologna, Sinti Italiani Prato, Romano Drom, Sinti Italiani
Reggio Emilia, Romà, Sinti Italiani Verona, Nevo Drom Trento, Sinti
Italiani Piacenza, Cooperativa Sociale Aquila, Sinti Italiani
Piemonte, Cooperativa Sociale Aquila, Amici di Via Django,
Cooperativa Labatarpe, Sinti Italiani Romano di Lombardia, Istituto
di Cultura Sinta; Roma onlus, Romni onlus, FutuRom, Amalipé Romanò,
Forum Campania Rom, Cittadinanza e minoranze, Antica sartoria rom,
Theatre Rom, Museo del Viaggio “Fabrizio de André” Isernia, Rom
per il futuro, Associazione Lumine.
Per adesioni:
semiriconoscimirispetti@gmail.com
1 commento:
Chiedo scusa se insisto. Lo dico ancora una volta e poi non lo dico più: il razzismo non esiste. Si può parlare di discriminazione, ma no di discriminazione razziale. Lasciate all'uso degli antichi questa parola inutile.
Posta un commento