giovedì 8 ottobre 2015

Mantova, Sucar Drom contesta il centro-destra

La Gazzetta di Mantova hapubblicato la proposta presentata dai partiti di centro-destra inConsiglio comunale a Mantova sulla situazione del Migliaretto. Non abbiamo ancora letto la mozione, ma da quanto letto il centro-destra afferma che bisogna arrivare alla chiusura del cosiddetto “campo nomadi”, dove alcuni di noi vivono. Bene, anche noi siamo d'accordo! Ma quale proposta concreta per la chiusura propongono questi partiti politici che fino a pochi mesi governavano la Città? Un impianto di videosorveglianza.

Anche un bambino capirebbe che una videocamera non aiuterà una trentina di famiglie a trovare casa fuori dalla logica ghettizzante ed assistenzialistica propria del cosiddetto “campo nomadi”, ma è indiscutibile che ad ogni cambio di Amministrazione le uniche proposte che vengono sempre fatte in Consiglio comunale sono due: l'impianto di videosorveglianza e la modifica del regolamento dell'area. E nel frattempo passano gli anni...

La nostra associazione negli ultimi dieci anni ha presentato soluzioni e proposte diverse. Sono stati firmati accordi e protocolli d'intesa. Quelle stesse soluzioni sono state adottate dal Governo italiano nel documento “Strategia nazionale d'inclusione dei rom, dei sinti e dei camminanti - attuazione Comunicazione Commissione europea n.173/2011”. Le ha pure condivise l'ANCI. Ma il Comune di Mantova non le ha mai promosse in azioni concrete.

Noi crediamo che il problema sia la discriminazione e il razzismo. I politici hanno paura ad affrontare seriamente i problemi che vivono a Mantova, come in tutta l'Italia, le persone appartenenti alla minoranza linguistica sinta. Per questo invece che proporre soluzioni serie, si cade sempre e inevitabilmente nella logica securitaria (la videocamera) e nella logica paternalistica (le nuove regole) che rassicurano la pancia della maggioranza degli elettori.

Confidiamo che l'Amministrazione Palazzi e la sua maggioranza in Consiglio comunale, sappiano affrontare una questione che coinvolge un centinaio di mantovani con serietà, valorizzando le competenze e i saperi che sono stati prodotti in questi anni. L'obiettivo che chiediamo sia raggiunto è si la chiusura del cosiddetto “campo nomadi”, ma sopratutto, come dispone l'Articolo 6 della Costituzione italiana, il riconoscimento dello status di minoranza per tutti quei mantovani e quelle mantovane che parlano la lingua sinta.

Barbara Nardi, Yuri Del Bar, Luca Dotti, Bernardino Torsi, Carlo Berini e Davide Gabrieli

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