La Gazzetta di Mantova hapubblicato la proposta presentata dai partiti di centro-destra inConsiglio comunale a Mantova sulla situazione del Migliaretto. Non
abbiamo ancora letto la mozione, ma da quanto letto il centro-destra
afferma che bisogna arrivare alla chiusura del cosiddetto “campo
nomadi”, dove alcuni di noi vivono. Bene, anche noi siamo
d'accordo! Ma quale proposta concreta per la chiusura propongono
questi partiti politici che fino a pochi mesi governavano la Città?
Un impianto di videosorveglianza.
Anche un bambino capirebbe che una
videocamera non aiuterà una trentina di famiglie a trovare casa
fuori dalla logica ghettizzante ed assistenzialistica propria del
cosiddetto “campo nomadi”, ma è indiscutibile che ad ogni cambio
di Amministrazione le uniche proposte che vengono sempre fatte in
Consiglio comunale sono due: l'impianto di videosorveglianza e la
modifica del regolamento dell'area. E nel frattempo passano gli
anni...
La nostra associazione negli ultimi
dieci anni ha presentato soluzioni e proposte diverse. Sono stati
firmati accordi e protocolli d'intesa. Quelle stesse soluzioni sono
state adottate dal Governo italiano nel documento “Strategia
nazionale d'inclusione dei rom, dei sinti e dei camminanti -
attuazione Comunicazione Commissione europea n.173/2011”. Le ha
pure condivise l'ANCI. Ma il Comune di Mantova non le ha mai promosse
in azioni concrete.
Noi crediamo che il problema sia la
discriminazione e il razzismo. I politici hanno paura ad affrontare
seriamente i problemi che vivono a Mantova, come in tutta l'Italia,
le persone appartenenti alla minoranza linguistica sinta. Per questo
invece che proporre soluzioni serie, si cade sempre e inevitabilmente
nella logica securitaria (la videocamera) e nella logica
paternalistica (le nuove regole) che rassicurano la pancia della
maggioranza degli elettori.
Confidiamo che l'Amministrazione
Palazzi e la sua maggioranza in Consiglio comunale, sappiano
affrontare una questione che coinvolge un centinaio di mantovani con
serietà, valorizzando le competenze e i saperi che sono stati
prodotti in questi anni. L'obiettivo che chiediamo sia raggiunto è
si la chiusura del cosiddetto “campo nomadi”, ma sopratutto, come
dispone l'Articolo 6 della Costituzione italiana, il riconoscimento
dello status di minoranza per tutti quei mantovani e quelle mantovane
che parlano la lingua sinta.
Barbara Nardi, Yuri Del Bar, Luca
Dotti, Bernardino Torsi, Carlo Berini e Davide Gabrieli
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