Il Miur organizza ogni anno, in
collaborazione con l’Ucei e con la Fondazione museo della Shoah un
viaggio istituzionale in Polonia e nel campo di Auschwitz-Birkenau.
Al viaggio partecipano un centinaio di studenti delle scuole
secondarie, il ministro dell’istruzione e altri membri del governo
italiano. Quest'anno per la prima volta sono stati invitati una
trentina di leader sinti e rom, partiranno domani mattina per
Cracovia.
Un anno fa mi interrogavo sul valore de
Il Giorno della Memoria per le Comunità sinte e rom
ed oggi una piccola risposta viene data dal Governo italiano che ha
invitato le ed i leader della minoranza linguistica a partecipare al
Viaggio della Memoria. Per la Sucar Drom partiranno Fabio Suffré e Narciso "Roberto" Torsi, mentre per l'Istituto di Cultura Sinta partiranno Bernardino "Moliù" Torsi e Francesco "Remi" Argentini. In tutti questi anni, diciassette da quando è
stata varata la Legge 211/2000, mai il Governo italiano si era speso
in modo tale per far partecipare i rappresentanti della Comunità
sinte e rom italiane alle iniziative per il 27 gennaio.
Il 27 gennaio scorso mi chiedevo se
fosse giusto commemorare il Porrajmos con quelle stesse Istituzioni
che non combattono le discriminazioni che colpiscono oggi le persone
appartenenti alla minoranza linguistica sinta e rom? Nell'anno
passato pochissimo è stato fatto per contrastare le discriminazioni
che colpiscono quotidianamente le persone appartenenti alla minoranza
linguistica sinta e rom.
Due sono le cose positive successe lo
scorso anno: la costituzione della Piattaforma Nazionale Rom e Sinti
e del Forum delle Comunità Rom e Sinte. La prima con le associazioni sinte e rom e
con quelle pro sinti e rom, il secondo formata solo dalle e dai
leader sinti e rom. Questi due tavoli dovevano essere formati nel
2012, ma i vari Governi e i due Direttori dell'UNAR che si sono
succeduti in questi cinque anni non lo hanno fatto. E' successo
l'anno scorso, paradossalmente, nel momento in cui l'UNAR era senza
Direttore.
In un momento in cui il tema della
partecipazione dei sinti e dei rom alle decisioni che li riguardano è
messo nuovamente in discussione, queste due piccole conquiste
ottenute non devono durare il tempo di un soffio di vento, ma devono
essere un primo passo per l'attuazione di politiche serie per il
contrasto delle discriminazioni.
Concludo come lo scorso anno con la
frase che Primo Levi non si stancava di ripetere “Auschwitz è
fuori di noi, ma è intorno a noi, è nell'aria. La peste si è
spenta, ma l'infezione serpeggia: sarebbe sciocco negarlo".
Ecco, è compito di ognuna e di ognuno di noi combattere l'infezione,
ovvero la discriminazione che ancora colpisce le persone appartenenti
alla minoranza linguistica sinta e rom. di Carlo Berini
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