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Le associazioni rom e sinte di Milano
denunciano l’aggressione fascista contro i rom di via Dione Cassio
e chiedono sicurezza per tutti, anche per rom e sinti cittadini come
gli altri. Venerdì 12 aprile alcune delle
peggiori organizzazioni neofasciste – i cui lugubri nomi sono un
segno inequivocabile di identità: “Gioventù della fiamma”,
Gioventù di ferro”, Circolo culturale Domenico Leccisi” - hanno
organizzato una manifestazione in viale Ungheria al grido “Via i
rom dal quartiere” aizzando l’odio contro una comunità di rom
rumeni che da qualche mese si è installata in tre capannoni
abbandonati e il cui più grave difetto è quello di essere poveri e
magari di “infastidire” qualcuno con la richiesta di carità di
fronte al supermercato Billa, nel quale spesso si trovano in fila
alle casse le donne della comunità a pagare i loro acquisti.
Quello che ai nostri occhi è molto
grave è che un tale presidio sia stato permesso pur sapendo bene
tutti che questa comunità sarà sgomberata dall’amministrazione
comunale a breve e inserita in una struttura per avviare possibili
soluzioni di integrazione.
I fascisti falsano la verità
dimenticando che i 5 milioni di cui si parla nel progetto del Comune
sono quelli stanziati dal ministro leghista Maroni e che nella
passata legislatura il vicesindaco De Corato ha buttato al vento ben
più di 5 milioni di soldi pubblici in sgomberi utili solo alla sua
propaganda, lasciando tutti i problemi irrisolti, e strumentalizzano
una presenza tutto sommato innocua in una zona che da anni ha ben
altri e non risolti problemi di sicurezza e vivibilità, magari
pensando di far credere come una propria vittoria una decisione
assunta da tempo dall’attuale amministrazione.
E questo è logico trattandosi di
fascisti, ma perché i responsabili della questura hanno permesso una
tale manifestazione sapendo bene che da tali gruppi non può che
venire violenza come si è puntualmente verificato nella notte con il
lancio di bottiglie incendiarie? Cosa sarebbe successo se i rom non
avessero vigilato per difendere le proprie famiglie?
Noi, associazioni di rom e sinti,
aderenti alla Consulta Rom e Sinti di Milano, chiediamo ai
responsabili della sicurezza di considerare Rom e Sinti uguali a
tutti gli altri per quanto riguarda prima di tutto il diritto alla
sicurezza, all’amministrazione comunale di proseguire in un’azione
rispettosa delle famiglie delle nostre comunità e del loro diritto a
una vita dignitosa con progetti condivisi e invitano i cittadini a
cercare la verità nei fatti e non nelle bugie propagandistiche come
è avvenuto per troppo tempo.
Associazione UPRE ROMA, Cooperativa
Romano Drom, Museo del viaggio Fabrizio De Andrè, aderenti alla
Consulta Rom e Sinti di Milano e alla Federazione nazionale Rom eSinti Insieme
Per informazioni: 3391170311 –
3397608728
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