lunedì 10 giugno 2013

BABEL FILM FESTIVAL 2013, il bando è online

E' online il bando della terza edizione del BABEL FILM FESTIVAL 2013, il primo concorso cinematografico che intende valorizzare e promuovere il cinema delle minoranze linguistiche, dando voce alle loro storie, alla loro cultura, nella loro lingua. Il concorso è riservato ai film parlati in lingua minoritaria, dialetto, slang o linguaggio dei segni.

Il Festival ha l'obiettivo di favorire il confronto e scambio culturale tra le comunità che si riconoscono in una minoranza linguistica e si propone di offrire a tutti i filmmaker la possibilità di dare visibilità ai loro film e voce alle loro lingue. BABEL FILM FESTIVAL è articolato in tre sezioni: lungometraggio, cortometraggio, documentario.

La partecipazione al concorso è gratuita e aperta a tutti, senza limiti di età e di nazionalità. Uniche condizioni alla partecipazione sono la lingua dei testi e dei dialoghi, che deve essere espressione di una minoranza linguistica, culturale o sociale. La lingua minoritaria deve essere presente in almeno il 60% di dialoghi e testi. Le opere devono essere sottotitolate preferibilmente in italiano o in alternativa in inglese.


Il Babel Film Festival è il primo concorso cinematografico internazionale destinato esclusivamente alle produzioni cinematografiche che guardano e raccontano le minoranze, in particolare linguistiche. È una novità non di poco conto in un contesto cinematografico mondiale in cui le grandi produzioni si ostinano a parlare lingue omologate e universali, che appiattiscono, in un certo senso, l’universo dell’espressione umana.

La lingua minoritaria è una lingua che vive della sua diversità e della ricchezza che restituisce nel suo vivere. Non solo nella vita che le garantisce il parlante, ma anche nella vita che le rinnovano le arti poetiche.

Il cinema, che in passato non ha mai valorizzato le parlate locali se non in relazione alla capacità di restituire la caricatura di un modo di vivere stratificato (in termini sociologici e antropologici), da diversi anni è stato in qualche modo vivificato dall’incontro con le parlate locali, con le lingue e i dialetti che sopravvivono nelle aree linguistiche spesso periferiche di tutto il mondo.

Le comunità hanno riscoperto un senso dell’identità anche in forza di una lingua che in passato caratterizzava l’esistenza di quel gruppo e che nel tempo del progresso, magnificato dalle innovazioni tecnologiche, ha rischiato di perdersi.


La crisi delle visioni del mondo universali e totalizzanti ha indotto molte comunità a riscoprire il senso dell’appartenenza anche grazie a una lingua che pallidamente resisteva nella parlata familiare, amicale e/o comunitaria.  

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