Il 9 e il 10 giugno Roma dovrà
eleggere il suo nuovo sindaco e anche quest’anno, come già cinque
anni fa, il dibattito politico si è concentrato sul tema di Rom e
Sinti, una popolazione che a Roma non supera le 4.000 persone.
Ascolta la puntata di Passpartù 33.
Negli ultimi cinque anni però la
politica romana non è rimasta con le mani in mano, la giunta
Alemanno ha messo in campo il proprio “piano nomadi” basato sulla
creazione di nuovi campi (in realtà uno solo rispetto ai sette in
programma) e provvedendo allo sgombero di diversi accampamenti
tollerati o illegali. Il risultato di queste azioni è stato il
fiorire di decine di micro campi sparsi nelle periferie, lo
sradicamento di centinaia, forse migliaia, di Rom insediatisi da anni
in alcuni rioni romani come Testaccio. Nessun tipo di inserimento
scolastico, lavorativo, sociale è stato ottenuto e tutto questo
perché il tema che si agitava davanti ai cittadini era quello,
semplice e pericoloso, della sicurezza.
Affrontare questo tema è sicuramente
complesso, soprattutto in un momento in cui da più parti si stanno
cercando di ribaltare con nuove pratiche le vecchie politiche rivolte
a Rom e Sinti in Italia. Ci siamo quindi rivolti all’Associazione21 luglio e alla Federazione Rom e Sinti Insieme che da anni si
occupano di monitorare le politiche locali e nazionali rivolte a
queste minoranze criticandole e proponendo soluzioni alternative.
Nell’ultima parte di trasmissione ci
siamo voluti concentrare invece su un’interessante ricerca portata
avanti dall’associazione milanese Naga “Se dico Rom…”,
un’indagine sulla rappresentazione di rom e sinti sulla stampa
periodica. Con Fanny Gerli di Naga abbiamo quindi cercato di capire
come nasce e si alimenta lo stereotipo del rom accattone e ladro, il
tipo di utilizzo che si fa di questa figura negli articoli di
giornale e soprattutto i modi per combattere e sradicare questi
luoghi comuni.
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