Ogni anno le Comunità sinte e rom, insieme all'associazione Sucar Drom e all'Istituto di Cultura Sinta, organizzano la commemorazione del Porrajmos al Binario 1 della Stazione ferroviaria di Mantova, da dove partivano i treni per i campi di sterminio. Quest'anno sono intervenuti il Prefetto di Mantova, il Sindaco di Mantova, i Presidenti del Consiglio provinciale e comunale di Mantova e il Presidente della Comunità ebraica di Mantova. Quello che segue è la prolusione ufficiale della commemorazione.
Siamo qui davanti a questo binario che
è il simbolo per le nostre famiglie sinte dello sterminio. Uno
sterminio condiviso con le famiglie ebree. Noi sinti e rom, insieme
agli ebrei, abbiamo subito un tentativo di sterminio da parte
dell'Italia prima e della Repubblica di Salò e della Germania dopo
il 1943.
I binari simbolo di una strada di
morte. Il binario 1 non è una bella strada, non è una sucar drom.
E' il simbolo del Porrajmos. E' una storia iniziata con l'ordine del
Governo italiano nel 1940 di internarci tutti, uomini, donne e
bambini in campi di concentramento a Berra, Cento, Prignano, Novi
Ligure, Agnone, Tossicia, Bolzano, Milano. Noi che con lo spettacolo
viaggiante, il nostro lavoro, viaggiavamo sulle strade d'Italia siamo
stati costretti ad usare questa strada di ferro diretta verso
l'orrore inenarrabile.
Noi abbiamo cercato dimenticare
l'indimenticabile per poter sopravvivere. Abbiamo cercato l'oblio per
decenni perchè credevamo che l'orrore potesse essere inciso non solo
nelle nostre carni, nei nostri cuori e nelle nostri menti, ma che
fosse inciso nel cuore e nella mente dei nostri carnefici. Ma
purtroppo non è così, ancora oggi l'Italia non riconosce il
Porrajmos. E ancora oggi le discriminazioni ci colpiscono, ancor oggi
a Mantova viviamo in un “campo”.
Oggi siamo qua per ricordarvi tutto
questo. Siamo qua non per ricordare i sinti, i rom e gli ebrei che
hanno percorso questi binari, ma per ricordare ai carnefici quello
che ci hanno fatto e ricordare a chi ha visto e ha taciuto l'orrore
che siamo stati costretti a vivere come vittime.
Il Porrajmos non è ancora entrato
nella cultura italiana, ma ogni anno ritrovandoci su questo binario
speriamo di lasciare un segno a voi che siete i nipoti di chi ha
taciuto o di chi ci ha inviato nei campi di concentramento perchè
eravamo sinti, rom o ebrei.
Le discriminazioni continuano ancora
oggi. Nella stessa nostra Provincia di Mantova ci sono politici che
ancora oggi nutrono contro di noi un'odio irrazionale e
quotidianamente istigano alla xenofobia, alla discriminazione, alla
violenza. Come rimane aperta la ferita, dentro la nostra comunità,
del blitz della Polizia locale di Mantova del marzo scorso. Tante
ferite aperte, ma speriamo che voi che siete qua oggi sappiate essere
testimoni perchè ciò che accaduto non accada mai più.
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