Lo sgombero del campo regolare di via
Idro. Una vittoria di Pirro
Siamo in campagna elettorale e, come il
mattino dopo la notte, arriva inevitabile la caccia al rom. Niente di
più facile e di conveniente, e anche di vigliacco. Un popolo
abituato da secoli alla persecuzione non si ribella, si piega e cerca
altrove un posto e sopravvive. In attesa della prossima campagna che
sfoghi su di lui pregiudizi, malesseri e disagio di una società che
non sta tanto bene e certo non per colpa sua.
A Milano la tradizione prevede che alla
vigilia delle elezioni l’amministrazione uscente chiuda un campo.
Lo ha fatto la Moratti con il campo regolare di via Triboniano. Ora
lo fa Granelli, assessore alla sicurezza, con il campo regolare di
via Idro. Certo, non è un bel precedente visto che la Moratti
nonostante ciò ha perso le elezioni.
A parte questo, quali sono le altre
ragioni dello sgombero del campo regolare di via Idro? C’è un
problema di esondazioni del Lambro? E se ne sono accorti dopo 26
anni? C’è un problema di legalità e se ne sono accorti dopo che
le denunce degli stessi abitanti del campo sono andate a vuoto per
anni, o c’è ancora la concezione nazista della colpa collettiva?
L’intervento del commissario per i
diritti umani del Consiglio d’Europa, le migliaia di adesioni di
cittadini europei all’appello di ERGO, il network europeo di
associazioni rom e non rom, l’intervento dell’European Rom Right
Center, le posizioni dei cittadini e del Consiglio di zona contro le
modalità di questo sgombero che non offrono alternative, tutto ciò
non ha avuto effetto. Anzi, l’assessore alla sicurezza lo considera
una vittoria e addirittura un modello da applicare anche agli altri
campi regolari di rom italiani.
Ma una vittoria di chi e di cosa? È
una vittoria sradicare dalle loro case e dal loro quartiere un
centinaio di cittadini italiani che da 26 anni vi vivevano
regolarmente per consegnarli a un futuro di precarietà? È una
vittoria che ai bambini - che sono la maggioranza e vanno dai 7
giorni in su e che non hanno fatto niente di male - si distruggano le
case, si disperdano le cose, si tolgano gli amici e i compagni di
scuola, come fossero vittime di una qualche calamità? Che futuro li
aspetta nei centri di emergenza dove potranno stare solo pochi mesi?
Forse l’assessore alla sicurezza
crede che l’insicurezza si combatte con la stessa insicurezza come
fosse un vaccino, ma dovrebbe sapere che l’insicurezza genera solo
altra insicurezza per chi è reso precario e per la società che gli
sta intorno.
Forse invece l’assessore alla
sicurezza misura la sua vittoria sul confronto “politico”. E qui
certo vince: il feroce Salvini promette uno sgombero al mese, magari
fosse vero, visto che in questi ultimi due anni i rom ne hanno subiti
1,3 al giorno!
In realtà la vittoria dell’assessore
alla sicurezza è una vittoria di Pirro, perché dopo 5 anni e oltre
5 milioni di euro investiti la discriminazione e il pregiudizio
insieme con la condizione sociale e di inclusione dei rom di Milano
sono gravemente peggiorati. Chi si può vantare di questo bilancio?
Le associazioni della ReteRom Milano
Amici di via Idro, Associazione
ApertaMente, Associazione UPRE ROMA, GRT Italia, Consulta Rom e Sinti
di Milano, NAGA, Opera Nomadi Milano
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