martedì 31 luglio 2007

Reggio Emilia, si chiude un "campo nomadi"

La decisione dei Comune di Reggio Emilia di chiudere il "campo nomadi" di via Gramsci e di delocalizzare i suoi residenti in vari punti della città aveva suscitato un vespaio di polemiche. Che oggi rischiano di esplodere, dal momento che cominciano ad essere individuati i punti nei quali dare una nuova sistemazione ai nomadi. Un caso è quello della settima circoscrizione, già messa a dura prova con la sperimentazione del porta a porta. In totale, saranno quindici le aree che verranno individuate su tutto il territorio reggiano.
Tra queste, verranno poi scelte le cinque che ospiteranno le famiglie sinte. Nel quartiere sette sono state individuate due aree, una in via Vertoiba e l'altra in via Paracelso, nel nuovo quartiere residenziale di Gavassa. Non è detto che entrambe queste aree possano poi venire scartate ma, naturalmente, i residenti si stanno già attivando per raccogliere le firme contro l'arrivo dei nomadi.
Un'altra delocalizzazione che fa discutere è quella della cosiddetta Villetta Svizzera, dove i tossicodipendenti trovano cure e servizi igienici. Gestita direttamente dall'Ausl, la struttura oggi ha sede all'interno di San Lazzaro. Visto che l'area, di proprietà demaniale, verrà utilizzata per altre finalità, si pone il tema di dove trasferire il servizio. Dal momento che nelle torri del Giglio, attualmente in costruzione, l'Ausl trasferirà i servizi di igiene mentale, si ipotizza che la nuova Villetta Svizzera potrebbe nascere proprio di fianco allo stadio. Anche se si tratta di una scelta non condivisa da tutti, dal momento che l'area del Giglio viene considerata troppo isolata dalla città.

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