La scoperta che la sicurezza è un diritto dei cittadini e che la legge e la polizia devono intervenire per impedire sfruttamento e infrazioni del codice penale è la scoperta dell'acqua calda visto che la legge dovrebbe valere per tutti, rom e non rom. Ma soprattutto nasconde la cattiva coscienza di chi in questi anni ha lasciato crescere l'impunità in tutti i campi - dalle grandi speculazioni immobiliari all'evasione fiscale, alla mancata politica contro traffico e inquinamento -, costruendo le condizioni di una sensazione generale di insicurezza e frustrazione.
Il problema va affrontato su diversi piani, assumendo l'obiettivo della convivenza tra cittadini che fanno parte della stessa comunità con una visione più generale del complesso problema dell'immigrazione. Ma c'è un piano che va affrontato immediatamente ed è quello che riguarda, in questo momento, le condizioni di vita di queste persone, uomini donne e bambini che cercano, come tutti, un angolo di pace, di serenità e di sicurezza sociale e per i quali si prospetta una vera e propria emergenza umanitaria.
A questo punto, per il superamento della politica dei cosiddetti "campi nomadi", che diventano ghetti e come tutti i ghetti possibile fonte di degrado umano e sociale; per una moratoria sugli sgomberi nella città di Milano e in Provincia; per la costituzione di tavoli di concertazione reale del Comune, della Provincia, della Regione, per un investimento sistematico sulle comunità per sviluppare professionalità in ambiti "imprenditoriali" e formare figure come i mediatori culturali, e infine, per contrastare il "razzismo istituzionale" e il trattamento discriminatorio nella pubblica amministrazione e nei servizi, vere e proprie violazioni dei diritti umani è stato organizzato un incontro con i Rom dei "campi" di Milano in piazza Scala, lunedì 23 luglio, dalle ore 18.00. Si potranno ascoltare le testimonianze di Renato Sarti, Bebo Storti, i messaggi di Dario Fo e Moni Ovadia letti da Dijana Pavlovic (in foto), più musica rom e tanto altro
Gli organizzatori hanno inviato una lettera al Prefetto di Milano, al Consiglio Comunale di Milano e alla stesso società civile milanse. Continua a leggere...
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