mercoledì 22 agosto 2007

Bologna, no ai "campi nomadi"

Dichiarazione di Adriana Scaramuzzino (in foto), vicesindaco e assessore alle Politiche sociali del Comune di Bologna, delegata Anci regionale per le Politiche sociali e Immigrazione, circa i campi nomadi cittadini.
"Quattro bambini rom morti bruciati alla periferia di una nostra città hanno prepotentemente riportato il discorso su nomadi, rom, sinti in un triste scarico di responsabilità tra Enti locali e Governo centrale. L’opposizione si commuove ricordando che potrebbero essere stati nostri figli quei bambini, ben sapendo che una gran parte del proprio elettorato non li vorrebbe proprio quei bambini nella classe dei loro figli.
A Bologna, quasi in sordina, stiamo tentando, oramai da tre anni un’operazione nuova, originale, coraggiosa. Abbiamo accolto ed ospitato circa 300 rom in diverse strutture, abbiamo tentato di insegnare loro le regole della convivenza, abbiamo portato a scuola non solo i bambini, ma anche i padri per dare loro un’alternativa alla illegalità che va dai furti al lavoro nero. Oggi, rispettando l’impegno preso con i cittadini bolognesi, che abitano vicino alle strutture utilizzate, abbiamo trovato abitazioni sul mercato libero e garantito il pagamento dei canoni per quattro anni. Soprattutto, però, non li abbiamo lasciati soli, ma educatori, assistenti sociali, volontari continuano a condividere la gravosa esperienza dell’inclusione sociale.
L’aiuto finanziario ci è venuto dalla Regione Emilia Romagna, ma la scelta è stata di questa Amministrazione che non ha voluto soltanto migliorare i campi, oramai superati, come ci ha detto pure la Comunità Europea, ma ha preferito impegnare personale che aiutasse noi a superare il pregiudizio e loro a capire le nostre regole. Solo così potremo poi pretendere l’adesione e/o il rispetto delle nostre leggi. Confidiamo di utilizzare ancora questo modello.
E’ un peccato che non sempre queste esperienze vengano conosciute e quindi poco finanziate, preferendo sempre parlare di campi nomadi altrettanto costosi per la loro realizzazione e la loro manutenzione e non già dei percorsi per inserire le persone nei nostri contesti urbani. E’ un peccato non considerare le politiche di intervento della Comunità Europea per gli Stati di recente ingresso. E’ un peccato che i mezzi di informazione abbiano indugiato tanto sugli sgomberi realizzati nella nostra città e non abbiano dato conto del nuovo modello che tentiamo di realizzare. Ci si sarebbe confrontati sui problemi e non ci si sarebbe trovati solo oggi a piangere dei bambini morti".

1 commento:

Anonimo ha detto...

educatori, assistenti sociali, case popolari.. chi le paga?