giovedì 30 agosto 2007

Firenze, infuria la polemica per una quindicina di lavavetri

Infuria la polemica politica dopo l'emanazione dell’ordinanza del Comune di Firenze che vieta l’attività di “lavavetri girovaghi” sulle strade cittadine. Una quindicina le persone denunciate…
Bertinotti, Mastella e Ferrero puntano l'indice contro il racket, Amato si riserva esprimersi. Queste alcune delle prese di posizioni sulla decisione del comuni di Firenze di punire, con multa e carcere, i lavavetri. "Preferirei che la tolleranza zero fosse nei confronti del racket", ha detto il presidente della Camera, mentre il ministro della Giustizia precisa: "Va combattuto lo sfruttamento". Lapidario il titolare del Viminale: "Risponderò prestissimo".
"Preferirei la tolleranza zero verso il racket", dice il presidente della Camera, Fausto Bertinotti, a Telese per un incontro con i giovani dell'Udeur, a proposito dell'ordinanza del comune di Firenze contro i lavavetri. ''Io ho 67 anni - ha successivamente detto Bertinotti - ho una lunga esperienza e una cultura che non mi si può chiedere di cancellare''. ''Io preferirei - ha concluso il presidente della Camera - che la tolleranza zero fosse adottata verso il racket, verso i primi colpevoli e non gli ultimi''
"Va combattuto lo sfruttamento evitando che i lavavetri siano agli incroci e siano prigionieri e schiavi di questo malaffare". Il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, alla festa dell'Udeur a Telese, parla così della vicenda dei lavavetri. "Si è innescata -dice il Guardasigilli- una polemica velenosa. Secondo me e' opportuno stabilire alcune regole: ad esempio, agli incroci sarebbe opportuno che non ci fossero lavavetri. Poi, di qua a ritenere che questo sia un reato, francamente, non lo so. Dipende da quale reato possono commettere". "Probabilmente come per i ragazzini che vanno mendicando, i lavavetri sono a volte utilizzati da filiali della criminalità o lavorano per essa, quindi anche questo è un elemento per guardarli -conclude Mastella- in termini di indulgenza e compassione, vedendoli come persone sfruttate".
"Combattere il racket e il caporalato non c'entra nulla con la criminalizzazione dei poveracci". Lo ribadisce il ministro della Solidarietà Paolo Ferrero che, riferendosi al divieto fiorentino ai lavavetri, afferma: "Più passa il tempo e più appare evidente che l'ordinanza del Comune di Firenze contro i lavavetri è sbagliata e probabilmente incostituzionale". Secondo Ferrero "se il racket dà posti di lavoro e le pubbliche amministrazioni solo galera si rischia di aumentare il consenso e il sostegno al racket e non viceversa".
Per ora non risponde, ma il ministro dell'Interno Giuliano Amato assicura: della questione dei lavavetri "mi occuperò e risponderò prestissimo, forse entro 24 ore". È la replica alla domanda sulle disposizioni contro i lavavetri decise a Firenze arrivata durante la conferenza stampa del ministro sull'emergenza incendi.
''Ho grande rispetto per il presidente della Camera ma di fronte alle aggressioni giornaliere che le vittime del racket fanno ad anziani e donne al mio posto cosa avrebbe fatto?''. Così l' assessore alla sicurezza del Comune di Firenze, Graziano Cioni, padre dell' ordinanza che vieta l' attività di lavavetri ai “girovaghi” risponde alle affermazioni del presidente della Camera Fausto Bertinotti. ''Io intervengo su un sistema - ha detto Cioni -, le vittime non andranno in carcere e si spera che chi ha strumenti investigativi arrivi al racket''. ''Ho fatto 10 anni il parlamentare me ne ero già accorto allora - ha concluso Cioni -: questi palazzi allontanano i rappresentanti del popolo dalla gente''.

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