lunedì 13 agosto 2007

Livorno, criminalizzati i genitori

La svolta giudiziaria fa già polemica: per il rogo di Livorno la procura punta il dito contro i genitori dei quattro piccoli morti venerdì notte in una baracca alla periferia della città. Due coppie di romeni sono in stato di fermo nel carcere delle Sughere con l'ipotesi di incendio colposo e abbandono di minore e di incapace: due dei bambini erano sordomuti. Reati con pene previste fino a 8 anni di reclusione. Eva aveva dieci anni, Denchiu, Lenuca e Dengi erano più piccoli, fino a quattro anni; sono morti abbracciati nella baracca sotto un cavalcavia del ponte di via Pian di Rota. L'ipotesi del sostituto procuratore Antonio Giaconi è che i genitori siano fuggiti lasciandoli senza protezione; il fuoco si sarebbe sprigionato all'interno della baracca, abitazione approssimativa senza elettricità né acqua né servizi igienici. Intorno, panni stesi sui cespugli, una carrozzina. Nella notte fra venerdì e sabato, i pompieri chiamati a spegnere l'incendio sotto il ponte hanno trovato i resti della baracca in legno, e sotto le macerie, i quattro corpicini carbonizzati. L'intervento di Romano Prodi«Quello dei Rom è un problema politico di una complicazione terribile - dice il presidente del Consiglio, Romano Prodi -. Dobbiamo studiare tutti gli aspetti politici e tecnici per trovare tutti i tipi di soluzione possibile al problema». Il premier ha sottolineato la necessità di ricercare una soluzione al «problema di convivenza dei Rom che è un problema molto diverso da altri tipi di convivenza». Inoltre, il premier ha ricordato che «l'Europa ha risolto molti problemi interetnici, ed io ho lavorato molto a Bruxelles su questa questione, ma è un problema molto complicato e non vanno dimenticate le persecuzioni subite dai Rom nella storia proprio a causa di questa loro diversità». Infine, Prodi ha ammesso che per l'Italia c'è un problema aggiuntivo, cioè quello che il nostro paese «è meno preparato, perchè si tratta di un fenomeno più recente». Detto questo, per il presidente del Consiglio si è di fronte ad un «problema che va ben oltre i confini europei e che riguarda una grande parte del mondo». Le polemiche sui giornaliTutta colpa dei genitori o responsabilità sociali ben più vaste? La parola «nomadi» rimbalza sui quotidiani insieme alle polemiche sull'«integrazione difficile». A settembre il ministero della Solidarietà sociale destinerà 3 milioni di euro a progetti di integrazione delle popolazioni rom in cinque grandi città, fra cui Napoli e Torino, ma quanto è successo a Livorno è frutto anche del disinteresse delle amministrazioni locali che, in molti casi, di fronte alle condizioni disumane dei «campi» preferiscono «girare la testa dall'altra parte». Contiene una promessa e un duro atto d'accusa agli Enti locali l'intervista a su un quotidiano nazionale del ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero. Il tragico rogo di Livorno in cui hanno perso la vita 4 bimbi rom non è figlio del caso, spiega Ferrero, ma dei ritardi accumulati dalle amministrazioni locali nello sviluppo di politiche concrete di integrazione, un obiettivo che non si ottiene «spostando i campi nomadi dal centro delle città alle periferie». In questo modo, secondo Ferrero, si creano soltanto banlieu mentre la filosofia del campo nomadi «va sostituita con la filosofia dell'integrazione, dando case e servizi, e questo di certo allontanerebbe le tensioni sociali». Ferrero osserva che integrazione «vuol dire anche rispetto per le regole e per la legge». Ma il ministro punta l'indice anche sul clima politico per cui la destra «investe sulla paura della gente come capitale politico». Continua a leggere...

5 commenti:

Anonimo ha detto...

I quattro bambini morti nel rogo della loro baracca, sotto un cavalcavia nei pressi di Pian di Rota, periferia industriale di Livorno. Si sta male quando a morire sono dei bambini, ci si indigna di più e si pensa che con la loro se ne vada anche un po? della nostra innocenza. La loro colpa essere nati in un paese sbagliato e essere arrivati in un paese che considera importante solo la sicurezza e il benessere di chi è già privilegiato. Arriveranno le indagini, si capiranno ? si spera ? le cause che hanno portato a morti così atroci, si chiuderà un?altra misera pagina di vergogna. Ma agli amministratori che chiedono soldi per stipulare ?patti per la sicurezza? utili ad aumentare il divario e la distanza, anche fisica, fra chi ha diritti e chi non ne ha, a chi, dai giornali come dal proprio ruolo politico, invoca misure drastiche per allontanare i diseredati con ogni in mezzo, verrà mai voglia di sapere se e come il futuro di questi 4 bambini avrebbe potuto essere diverso? non si possono più accettare questa e tante altre tragedie quotidiane, anche se meno crudeli, di chi è venuto a costruirsi una speranza in Italia, senza provare indignazione, senza pensare che la vera sicurezza da difendere è il diritto di tutte e di tutti. Chiunque pensi che la sicurezza delle nostre città era messa a rischio da questi bambini e dai loro genitori costretti alla macchia, ha perso oggi un altro pezzo di umanità.

Anonimo ha detto...

Ho perso un altro pezzo di umanità, ma lo perde anche chi s'indigna perchè, come è accaduto per genitori italiani, i genitori vengono indagati, genitori che oggi dicono di non esserlo ma solo persone a cui i bambini erano stati affidati.
Come mai nessuno s'indigna se per un bambino siciliano annegato vengono indagate le resonsabili dell'asilo????

Ferrero non capisce una cosa fondamentale, è inutile spendere soldi per l'integrazione quando l'integrazione non è voluta in primo luogo da chi gestisce le varie "organizzazioni" pro rom, su questo blog + e + volte è stato scritto di quanto sia razzista voler assoggetare ai propri usi queste persone.
Evidentemente l'unica soluzione è di mantenerli a vita, altrimenti stiamo cambiando le loro usanze.
Quel che non capisco è come mai per alcuni(la popolazione maggioritaria(??)) i rom siano il centro del problema, per gli altri sono sempre e solo discriminati.
Forse se qualcuno smettesse di vederli come diavoli e altri come angeli(e altri ancora come un ottimostrumento per mantenere associazioni costose che "succhiano" i tanti soldi investiti) ...potremmo costruire qualcosa...ma qui e ovunque ognuno resta barricato sulle sue posizioni.

u velto ha detto...

Strasburgo, 15 agosto 2007

“Quando un bambino rom muore a causa di condizioni di vita deplorabili, la responsabilità è dell'intera società, non solo dei genitori”, ha dichiarato la Vice Segretario generale del Consiglio d’Europa, Maud de Boer-Buquicchio, dopo la morte di quattro bambini rom in un incendio nella periferia di Livorno.

sucardrom

u velto ha detto...

ciao Xpisp, benvenuto sul nuovo blog.

sucardrom

Anonimo ha detto...

“Quando un bambino rom muore a causa di condizioni di vita deplorabili, la responsabilità è dell'intera società, non solo dei genitori”

ottima frase perchè evidenzia la discriminazione di chi l'ha detta e chi la riporta, infatti se è un bambino non rom(caso riportato come esempio) è solo colpa dei genitori.
Chissà poi come mai capitano sempre + spesso casi in cui le condizioni in cui vivono è imputabile semplicemente ai genitori, vedi esempi da Voi riportati di rom con redditi ben superiori ai 70.000 euro, vedi in ultimo il boss rom di milano che uccide i nipoti per mancanza di rispetto, vive in una baracca ma ha conti con + di 1 milione di euro.
Direi che sempre di + viene fuori che le condizioni in cui vivono sono volute.