Cari amici, tutti voi sapete quello che è successo a Livorno una settimana fa: quattro bambine rom rumene sono morte bruciate vive sotto un cavalcavia della superstrada. Da allora le indagini per individuare le responsabilità dell'accaduto si sono mosse in molte direzioni. Inizialmente era stato detto che le fiamme si erano sviluppate per negligenza dei Rom, ma le testimonianze successive e coerenti dei Rom stessi, e alcuni indizi rimasti sul luogo hanno fatto emergere l'ipotesi di un attentato razzista.
Si tratta, ovviamente di un'ipotesi sconvolgente. Se venisse confermata si tratterebbe di uno dei più gravi e feroci attacchi razzisti verificatisi in Europa dal dopoguerra, ed è perciò comprensibile che, prima di raggiungere tale conclusione, la magistratura livornese vagli con la massima attenzione ogni indizio, ogni testimonianza.
Contemporaneamente, però, proprio di fronte alla gravità del caso ed alla pena per le vittime ed i parenti (in foto), è necessario che tutti coloro che hanno a cuore la giustizia facciano sentire la loro preoccupazione e la loro partecipazione.
Non vorremmo mai che forze politiche o singole personalità, comprensive nei confronti degli eventuali attentatori o anche soltanto preoccupate per questioni di immagine, svolgessero azioni di disturbo o di pressione per deviare le indagini. E' urgente perciò far sentire la nostra presenza e il nostro appoggio alla magistratura inquirente. Manifestiamo tutti la nostra pena e le nostre preoccupazioni scrivendo lettere ai giornali che più si sono occupati del caso affinché essi trasmettano il nostro pensiero a tutti, a cominciare dai magistrati.
Volendo concentrare le lettere ad un indirizzo possiamo scrivere a Franca Selvatici, che ha seguito il caso per la Repubblica, sia per e-mail presso firenze@repubblica.it oppure, su carta, a: Cronaca de la Repubblica, via A. La Marmora n. 45, 50121 Firenze.
Piero Colacicchi, OsservAzione
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