«Non c'entro niente con quel bambino, non volevo nè rapirlo nè fargli del male. Sono solo una vittima». Così si difende Maria Feraru, la rom romena di 45 anni arrestata sabato scorso per tentato sequestro di un bambino e scarcerata ieri sera su decisione del gip del Tribunale di Palermo. La Feraru, che parla attraverso il genero che fa da interprete, denuncia anche di essere stata picchiata in carcere «da una guardia penitenziaria».
E, alzando la gonna nera, fa vedere dei lividi molto grossi sulla gamba destra e sul polpaccio sinistro. «Non mi hanno neppure voluto dare l'acqua -accusa- per riuscire a bere dovevo prendere quelle poche gocce che venivano fuori dal rubinetto del bagno».
Ricostruendo quel sabato pomeriggio, al Lido dei Ferrovieri, sulla spiaggia di Isola delle Femmine, nel Palermitano, Maria Feraru spiega: «C'erano tanti bambini attorno a me, non ho neppure fatto caso a quel bambino che avrei dovuto rapire. Io non ho mai fatto male ai bambini, ho sette figli, di cui uno poliomelitico. Non potrei mai fare del male ai piccoli».
È la stessa Maria Feraru a dire di essere rimasta «sorpresa» quando ha visto arrivare i carabinieri che l'hanno portata via. «Non ho capito perchè mi hanno arrestata -dice tra le lacrime- mi sono ritrovata in carcere senza sapere il perchè. Con quel rapimento non c'entro nulla».
Inoltre, la donna, ha voluto sottolineare di non essere «una nomade, nè una zingara» perchè «sono residente regolarmente in Italia, vivo a Trapani. Sono dovuta andar via dal mio Paese perchè non c'era lavoro, ma non ho mai voluto rubare bambini. Al massimo chiedo l'elemosina».
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